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ACATULLO, LA PASSIONE SMODATAMENTE CONDOTTA

05/07/2015 - 17:51:18

 

 

Francesco Acatullo fallisce a Voghera l'assalto al titolo italiano.

Per la terza volta Pasquale Di Silvio cinge la corona di campione d’Italia pesi leggeri.

Brutta prestazione di Alex Buratto

di Pietro Anselmi

Avrebbe potuto essere un importante svolta per il pugilato professionistico vogherese. Dai tempi di Giovanni Parisi non si vedevano due pugili di Voghera sul ring di casa impegnati nella riunione organizzata dalla Boxe Loreni, in collaborazione con il locale Giuseppe Dimasi presso il Palaoltrepò di Via Martiri della Libertà. In una afosa serata d’estate, in un battibaleno, ogni speranza è stata spazzata via. Per primo Alex Buratto, che bene aveva impressionato al suo esordio in Piemonte il mese scorso, non andava oltre il primo round contro il romano Mammuccari, avversario alla sua portata. Una testata involontaria apriva una vasta ferita vicino all’occhio destro del vogherese innervositosi si gettava scriteriatamente sull’avversario e veniva centrato duramente causando l’intervento dell’arbitro sul finire del round. Sfortuna e mancanza di esperienza lo costringeranno a ripartire daccapo. A volte nello scrutare i visi dei due contendenti durante le inutili lungaggini del cerimoniale di rito si può anche ricavare impressioni che poi si avverano. Il romano Di Silvio "El Puma", tranquillo e concentrato, dava una sensazione di sicurezza totale mentre Acatullo "La tigre di Caivano" tradiva l’emozione di combattere per la prima volta da professionista sul ring di casa. Il match ha avuto un andamento lineare con un unico protagonista, il romano Di Silvio. Fin dai primi scambi ha dimostrato di essere il padrone sul quadrato contro l’incerto pugile di casa incapace di ragionare. Al terzo round un non irresistibile gancio destro d’incontro che atterrava Acatullo (nella foto) era il primo segnale di una superiorità che si sarebbe concretizzata più avanti nel corso del combattimento. Reagisce il vogherese nel quarto e quinto round ed il combattimento perde linearità e ne approfitta Di Silvio che mette sul ring tutta la sua esperienza e chiude il confronto alla settima con un destro d’incontro che atterra per la seconda volta Acatullo. Questi rialzatosi veniva investito da una fitta scarica di colpi che hanno provocano l’intervento dell’arbitro un attimo prima del lancio della spugna da parte di Luciano Bernini. Poche considerazioni mi sento di fare: sia Buratto che Acatullo hanno combattuto in una categoria che non era la loro. Le negative prestazioni lo stanno a dimostrare. Buratto da dilettante faceva fatica a fare il peso welter da neo pro lo troviamo al disotto del limite dei leggeri. Evidentemente qualcosa non funziona. Acatullo, a mio modesto parere, fino a questo momento della sua carriera è stato guidato in modo scriteriato, con combattimenti al di sopra delle sue possibilità e con l’aggravante di un mancato adeguato rodaggio tra i professionisti. La continua altalena in su ed in giù tra le categorie dei leggeri e superleggeri hanno sopratutto svilito le sue principali peculiarità pugilistiche e gli hanno negato la possibilità di ascoltare le sensazioni del suo stato fisico, quelle che ti possono dare quella sicurezza sul quadrato e che la cui mancanza è risultata evidente in questo match. Ora Francesco se vuol risalire la china deve dimenticare di essere la "Tigre di Caivano" ma tornare a fare il "Leprotto di Voghera".
 
Pietro Anselmi