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L'ULTIMO SALUTO A GIUSEPPE DE ROBERTIS

02/03/2016 - 12:05:33

 

 

Morto a 72 anni

di Primiano Michele Schiavone

Martedì  2 marzo 2016 – La notizia della morte di un ex pugile che non è stato un "grande" non la si trova scritta da nessuna parte. I presunti atti delinquenziali che facciano risalire alla figura di un pugile o ex, magari di uno che ha millantato la pratica pugilistica senza averla mai esercitata, sono riportati con i titoloni da prima pagina su tutti gli organi d’informazione, quelle vecchio stampo, come le più innovative, di nuova generazione, frutto della tecnologia avanzata.
Abbiamo saputo per caso della morte dell’ex pugile Giuseppe De Robertis, classe 1943 da Massafra, Taranto, venuto a mancare ieri dopo una lunga malattia, ma non vogliamo venire meno al desiderio di volerlo ricordare.
Il pugliese non fu un atleta fortunato, capace di riempire le prime pagine dei giornali, ma uno di quelli che contribuì a far scrivere fogli fondamentali per le carriere dei pugili andati lontano, essenziali per la storia del pugilato italiano.
Il massimo traguardo raggiunto dal tarantino fu il titolo di campione centro-sud d’Italia della categoria dei pesi superleggeri, arrivato alla fine del 1968, dopo 10 riprese combattute con il toscano Piero Cerù, che alcuni anni dopo diventò campione nazionale welter jr ed uno dei più attivi pugili della categoria.
Certo De Robertis non raggiunse vette importanti nel mucchio di quegli anni, ma affrontò con decorosa partecipazione anche avversari che prima o poi entrarono nell’albo d’oro italiano e straniero.
Tra quelli che indossarono la cintura tricolore ricordiamo Pietro Ziino, Tommaso Marocco, Romano Fanali ed il già citato Piero Cerù; gli sfidanti al titolo nazionale furono Italo Duranti, Pietro Vargellini, Romualdo D'Alò e Nicola D'Orazio; all’estero si misurò con i francesi Roger Mentrey – campione nazionale ed europeo dei welter – Bernard Creton, titolare transalpino superleggeri, ed il prima serie internazionale Emile Rodriguez.
Nel 1972, chiusa la parentesi professionistica iniziata nel 1966, lasciò le Marche dove si era stabilito per praticare il pugilato professionistico, e fece ritorno nella terra natia con lo spirito rivolto ai giovani pugili del tarantino, dedicandosi alla loro preparazione.
 
Primiano Michele Schiavone