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IL RICORDO DI FERNANDO ATZORI

10/11/2020 - 18:28:04

 

 

Uno dei più importanti pesi mosca d'Europa

di Primiano Michele Schiavone

Martedì 10 novembre 2020Abbiamo avuto notizia della morte dell’ex pugile Fernando Atzori, uno dei più prestigiosi pugili italiani, la cui grandezza in campo europeo va oltre i propri confini, avvalorata da una medaglia d’oro olimpica prima della consacrazione in campo professionistico. Malato da tempo è venuto a mancare nella giornata di ieri, lunedì 9 novembre.
Nato l‘1 giugno del 1942 nel piccolo comune cagliaritano di Ales, in Sardegna, fin dall’adolescenza si trasferì a Firenze, dove iniziò a frequentare la palestra di pugilato A.P. Fiorentina. Il periodo dilettantistico migliore lo visse nel biennio 1963-64, sempre come peso mosca. Nel marzo del 1963 vinse la prima fascia azzurra a Pesaro, infilando quattro successi consecutivi contro Carmelo Massa, Edi Simonaggio, Enzo Farinelli e Sergio Mencarelli, tutti nomi in seguito noti nel mondo professionistico. In luglio a Francoforte, Germania ovest, ottenne la medaglia d’oro ai campionati internazionali militari superando nell’ordine il tunisino Tarhouni, il francese Vandomme e il sudcoreano Kim. In settembre a Napoli guadagnò la medaglia d’oro ai giochi del Mediterraneo battendo in progressione ancora il tunisino Tarhouni, il marocchino Rajaum e lo jugoslavo Mirkovic. In ottobre a Tokyo vinse due incontri su tre nella preolimpica giapponese. Nel marzo del 1964 conseguì la seconda fascia tricolore a Roma, dopo aver sconfitto l’uno dietro l’altro Salvatore Fabrizio, Vito Cavazza e di nuovo Carmelo Massa. In aprile a Tunisi vinse la seconda medaglia d’oro ai campionati internazionali militari, con successi sul tedesco ovest Kamnewurf e ancora sul tunisino Tarhouni. In ottobre tornò a Tokyo, in Giappone, e sottomise cinque avversari di fila, l’egiziano Mahmoud Mersal, l’australiano Darryl Norwood, l’irlandese John McCafferty, lo statunitense Robert Carmody e il polacco, Artur Olech, fino a salire sul podio più alto dell’olimpiade e indossare la medaglia d’oro.
Nel 1965 il sardo-toscano fece due scelte importanti per la sua vita futura, il passaggio al professionismo, avvenuto con successo nel febbraio a Cagliari, e il matrimonio con Maria Salis, anche lei sarda, di Carbonia, trapiantata a Firenze, con la quale condivise la nascita di due figli.
Nel gennaio del 1967 a Firenze, conquistò il vacante titolo europeo dei pesi mosca con successo ai punti, ottenuto dopo 15 riprese, nei confronti del francese Rene Libeer. Mantenne la cintura in agosto a Levico Terme, in provincia di Trento, pareggiando sulla stessa distanza con lo stesso transalpino Rene Libeer, poi in dicembre a Berna, Svizzera, contro il locale Fritz Chervet, messo fuori combattimento nel quattordicesimo tempo. Continuò a regnare per quattro anni: nel 1968, disponendo anzitempo degli sfidanti di turno John McClyskey, scozzese titolare British, e Franco Sperati, sardo, campione nazionale in carica; nel 1969 s’impose ai punti al francese Kamara Diop; nel 1970 tornò ai successi prima del limite, ancora contro il connazionale Franco Sperati, e lo spagnolo Andres Sainz Romero. Nel 1971 riprese a vincere ai punti, di nuovo con lo scozzese John McClyskey e il francese Gerard Macrez. Nel marzo del 1972 dovette abdicare a favore dello svizzero Fritz Chervet, lasciandogli la cintura nell’undicesima frazione a Berna, costretto ad abbandonare la difesa. Nel giugno del 1973 a Novara affrontò il francese Dominique Cesari per il vacante titolo Ebu e vinse il confronto nella dodicesima ripresa, risultato che lo riportò sul trono del vecchio continente. Il suo secondo regno durò fino al Santo Stefano pugilistico di quell’anno, quando a Berna finì sconfitto in sette tempi dal solito locale Fritz Chervet, che gli strappò lo scettro.
Negli anni rigogliosi della sua carriera a torso nudo, Atzori cercò di farsi strada fuori dai confini continentali, ma la scarsa potenza nei suoi pugni, non gli permise di assecondare l’ambizioso programma scontratosi contro il messicano Octavio Gomez e il filippino Bernabe Villacampo, futuro campione mondiale Wba. Dopo la seconda perdita della cintura europea Atzori salì sul ring altre tre volte prima di chiudere con il pugilato nel 1975. Intanto aveva compilato il personale record con 52 combattimenti, con 44 trionfi, 6 insuccessi e 2 risultati di parità.
Nel 1981 ottenne la qualifica di 'secondo professionista' per affiancare l’attività all’angolo dei pugili del suo ex procuratore sportivo, Adriano Sconcerti.
Atzori fu definito un campione di umiltà. Un giorno disse: il pugilato è uno sport molto difficile, è arte e intelligenza. Per riuscire non basta menar pugni, si rischia di finire al tappeto prima di capire da che parte è arrivata la sventola. Una riflessione che dovrebbe essere accolta da molti pugili in attività.
Lo vogliamo ricordare così, un campione di umiltà.

Primiano Michele Schiavone