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IL PUGILATO E I DIVERSAMENTE ABILI, STRADE CONVERGENTI

05/10/2013 - 18.17.58

 

 

L'idea d'inserimento nel mondo dei guantoni

Vogliamo dare voce ad una iniziativa proposta dalla sig.ra Alessandra Dorelli, definitasi appassionata della boxe, per la quale vuole spingersi oltre questo suo ardore per il mondo dei pugni, con un entusiasmo tradotto in progettualità fattibili per il mondo delle persone ritenute “svantaggiate”.
Ecco il testo del suo pensiero.
 
Io, Alessandra Dorelli, in collaborazione con i maestri che ne prenderanno parte, ci uniamo per promuovere una iniziativa a mio parere di grande utilità, motivate dalla mia attenta osservazione della società rapportata ad uno sport come la boxe, della quale mi occupo con passione e costanza quotidianamente e soprattutto dando la giusta importanza e rilievo doveroso ai “diversamente abili“, aprendo loro la possibilità di avvicinarsi alla boxe e ai suoi degni insegnamenti di vita. Iniziativa, a mio avviso nobile, innovativa, propedeutica e davvero utile a tutti coloro i quali, appassionati dello sport ed in particolare della boxe, abbiano intenzione di dare sfogo alla propria passione ed al desiderio di essere partecipi attivamente ai suoi insegnamenti. Da sempre la boxe si contraddistingue nell’essere per antonomasia sport dove si attestano coraggio, tempra, voglia di “non mollare mai“ e di combattere con caparbietà ed onore, non abbassando mai la guardia, per tanto non lontana dalla quotidianità di coloro i quali lottano ogni giorno con la propria disabilità in una società che poco considera le difficoltà, l’umiliazione, il combattere costantemente contro barriere architettoniche, ma soprattutto “mentali“, quest’ultime ancora più temibili ed ostacolanti. Così sono qui a fare portavoce in tutto il Lazio e altre regioni italiane, di un “guantone per la disabilità”, portando un bagaglio non indifferente di esperienza di illustri maestri, e la collaborazione di valenti pugili, a servizio di chi, nelle scuole private e pubbliche, nelle palestre e centri riabilitativi, siano essi luoghi appartenenti ad enti pubblici o a privati, sempre a norma di legge, per dare sfogo e voce a quegli appassionati di un nobile sport come la boxe, dove il rispetto per la diversità è sacro e dove ogni minuto dell’esistenza umana vale la pena di essere vissuto con onore e grinta.
 
Alessandra Dorelli