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DUE TITOLI A PAVIA, ANALISI DI UNA SERATA

06/04/2014 - 12.06.01

 

 

Torti-Gentili meglio di Frezza-Mazzoni

Assegnato il primo tricolore femminile leggeri

L'elogio di Nino Benvenuti

di Giuliano Orlando

PAVIA. Nino Benvenuti, voce tecnica su Raisport, nel commentare l’andamento del tricolore leggeri al femminile, dichiarava: “Peccato che non si possa assegnare il pari. E’ stato uno stupendo incontro, mai Un attimo di sosta, tra due atlete di alto livello. Leali e di valore, che hanno offerto uno spettacolo non certo inferiore agli uomini. Nel caso specifico superiori al match tra Frezza e Mazzoni che pure non hanno combattuto aspramente”. Non sempre è così, ma qualche volta accade. Venerdì sera al Palaravizza di Pavia, struttura solitamente dedita al basket, si sono accese le luci sul ring. Nel programma allestito da Sergio Cavallari e Francesco Ventura, due sfide titolate. La prima al femminile tra Anita Torti (8-3-1) e la romana Monica Gentili (3-1) per la cintura tricolore leggeri.

Anita Torti con il sinistro contro Monica Gentili  /  foto: Marco Chiesa

Non sono più giovanissime, 36 anni la Gentili, che lavora all’aeroporto di Fiumicino, un fisico compatto da vera lottatrice, molti sport alle spalle, dal judo al sollevamento, poi tay e kick, per passare alle boxe nel 2009, oltre i trent’anni. Venti incontri da dilettante, nell’ottobre di due anni fa il passaggio al professionismo. Arriva alla sfida italiana con tre soli incontri, tutti vinti.

L’altra protagonista, beniamina di casa, Anita Torti, 38 anni portati alla grande, un curriculum che ne specchia la personalità: “Papà era ingegnere trasferitosi per lavoro a Sambava in Madagascar. Sposa una ragazza del posto e nel 1976 arrivo io. I primi anni in Africa, poi torno a Milano. Alterno soggiorni tra Italia e Africa, mi laureo in giurisprudenza. Quando papà muore, per me è un duro colpo. Viaggio per l’Europa, lunga sosta a Parigi e poi a New York. Rientro nel 2005 e inizio a svolgere l’attività forense da avvocato civilista a Milano, con residenza a Pavia. Nel 2009, all’insegna del non è mai troppo tardi, dopo aver praticato la savate, scopro il pugilato e me ne innamoro. Mi prende sotto le sue ali il maestro Garcia Amadori e inizio l’avventura in guantoni”.

Anita Torti con la cintura di campionessa d'Italia  /  foto: Marco Chiesa

Queste le credenziali delle due protagoniste. Che offrono al pubblico e ai telespettatori di Raisport, uno spettacolo di rara intensità agonistica e ottimo riscontro tecnico. Interpretano al meglio le opposte caratteristiche classiche del pugilato. Gentili cerca la corta distanza per scaricare bordate venefiche, la Torti si affida alla mobilità e ai colpi lunghi, che comportano un dispendio di energie enormi. L’interrogativo è quello di capire l’autonomia delle due. In verità nessuna cede, ma nel computo complessivo, l’azione della Torti è decisamente migliore: porta colpi veloci e precisi, si sposta in continuazione, rientra e quando è costretta alle corde sa coprirsi e uscire in fretta. La Gentili cerca in ogni modo di chiuderla, avanza e piccoli passi, cerca di passare sotto i lunghi diretti della rivale, ma paga pedaggio.
 
Il tutto con una linearità sia in attacco che in difesa, da lasciare stupiti. Ad inquinare la bella prova delle due, un richiamo gratuito alla Torti, per testa bassa, inesistente. Per fortuna ininfluente nell’economia per due giudici. Già perché il verdetto è stato di split decision (2-1) a favore della pavese adottata. Personalmente, come la maggioranza degli addetti ai lavori indicava un vantaggio dai 3 ai 4 punti per Anita, che terminava senza un segno in faccia, mentre il viso di Monica evidenziava la durezza del confronto. Nino Benvenuti, voce tecnica di Raisport, si è complimentato con le atlete: “Avete disputato un incontro perfetto, bello ed emozionante. Bravissime. Risultato giusto, anche se ci sta una rivincita”.
 
Gianluca Frezza attacca il contrista Giacomo Mazzoni  /  fotoMarco Chiesa
 
Il successivo confronto tra il locale Frezza e il fiorentino Mazzoni, valido per assegnare la cintura del Mediterraneo welter WBC, è stato l’opposto sul piano tecnico. Aspro ed equilibrato, ma non attraverso un percorso lineare, anche in questo caso tra un fighter (Frezza) e un contrista (Mazzoni) che sovrastava il rivale di oltre 10 cm. Piuttosto, abbracci e tenute, pochi colpi efficaci, e molte scorrettezze sia pure non cattive. Tre richiami specchiano questa costante.
 
I due pugili dopo il verdetto con l'arbitro ed il supervisore WBC  /  fotoMarco Chiesa
 
Ha vinto Frezza che dopo un avvio stentato ha trovato il tempo dei colpi di rimessa anche se il meno esperto avversario ha tentato il tutto per tutto, finendo addirittura meglio di Frezza, nell’ultimo round. Verdetto unanime e tanti applausi al vincitore da parte del pubblico, che lo ha sostenuto per tutti i 12 round.
 
Il raffronto tra le due sfide premia in modo evidente quello femminile, confermando che quando il tasso tecnico è alto, anche la boxe femminile sa essere godibile come quella maschile, se è di buona qualità. Stavolta hanno vinto le donne. Alla grande.
 
Giuliano Orlando