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LA DOMINO, UNA PALESTRA ESEMPLARE

16/05/2014 - 9.25.17

 

 

Sabato a Milano festeggia i 10 anni di attività

di Giuliano Orlando

Si chiama quartiere Gratosoglio, al confine meridionale di Milano, pochi km. più avanti c’è Rozzano, la periferia dove ancora la nebbia riesce a farla da padrona nei giorni d’autunno. In Via dei Missaglia, 146, alla fine di un nastro d’asfalto infinito, si trova il Centro Sportivo Carraro; la struttura ospita una serata di boxe per festeggiare i 10 anni di vita della Pugilistica Domino, nata nel 2004 dall’idea di due signori, insegnanti di pugilato: Giuseppe Caputo e Domenico Gallitelli, che pensarono di aprire una scuola di boxe in un quartiere dove i pugni volavano parecchio, quando non erano le armi a farla di padrone, senza alcuna regola. Nasce così la ‘Pugilistica Domino’ che insegna la noble art nel rispetto delle regole con l’ambizione di creare un tessuto sano in un contesto sociale piuttosto precario. Dieci anni dopo, i risultati segnano molti punti a favore dell’idea, portata avanti ormai da otto stagioni da Pino Caputo. La palestra è diventata un riferimento importante nella zona, avendo fatto crescere un bel numero di pugili, che offrono l’immagine di una gioventù dalla faccia pulita, capace di essere agonista nel segno del rispetto reciproco, confermando per l’ennesima volta come la boxe sia sport formativo. Lavoro premiato con alcune punte di livello nazionale, come Daniele Scardina giunto alla nazionale, vincitore della Cintura Lombarda, che in questa occasione metterà in palio contro il mediomassimo Francesco Seveso allievo di Zanetti. Pure il leggero Fatah Benkourichi, 19 anni dalla boxe elegante in grande crescita, il fratellino Aziz, 14 anni chiamato al primo raduno tra gli jr. e altri ragazzi che ogni sera sudano per crescere in uno sport duro ma onesto con chi lo rispetta. Questa bella storia decennale, avrà il punto esclamativo sabato sera dove tutti i ragazzi della Domino saliranno sul ring per combattere, oltre ad altri giovani di belle speranze come Esposito, Bologna e Valassi che rappresentano il nuovo che avanza in Lombardia. Si prevede un buon riscontro di pubblico, il frutto di una promozione che ha coinvolto tanta gente, alcuni dei quali si sono distinti in un altro lavoro, avendo raccolto il messaggio di Caputo, tenace assertore di un principio che ha fatto della Domino una palestra speciale. Lo sport deve essere il tramite del sociale e a Gratosoglio questa necessità è una realtà quotidiana.

Daniele Scardina e Francesco Seveso con la Cintura Lombarda

A spiegare il tutto è lui, Pino Caputo, maestro di boxe e di vita: “Intanto siamo una palestra aperta a tutti e sensibile a chi ha meno degli altri. Abbiamo coinvolto la comunità offrendo la nostre strutture gratuitamente ai meno abbienti. Il consiglio direttivo, una quindicina di persone, ha messo assieme un fondo comune che serve per aiutare i ragazzi in età scolare, meno abbienti. Paghiamo i libri e l’iscrizione alla scuola. Non solo, abbiamo creato una cassa comune alla quale contribuiscono tutti, pugili compresi, per dare un micro credito a chi ha perso il lavoro, che renderà quando e se lo potrà. Ci sono poi i volontari (Sandro. Marco, Riccardo, Pier, Raffaella, Alessandro, Luca, Mario, Giorgio, Giovanni, Simona, Mitia, Sandra, Dario, Riki, Francesco, Ale e altri) che svolgono un lavoro eccezionale di supporto nel segno della gratuità assoluta. Collaboriamo con Associazioni senza scopo di lucro, allestendo giornate ludiche per ragazzi disabili, autotassandoci nell’aiutare progetti in cui crediamo (Centro Tumori, Amref, L’hai fatto a me e ad altri). Abbiamo aperto una nuova palestra a Locate Triulzi (Mi), organizzando un corso gratuito di difesa personale alle donne. Diamo un supporto alla squadra femminile di calcio a 5, che ha qualche difficoltà. Tutto questo perché alla Domino nessuno guadagna un euro. Di più, le famiglie dei pugili, sono le nostre prime sostenitrici”.
Ecco perché un gym diventa speciale, perché ha la forza di entrare in rotta di collisione con il mondo della delinquenza senza usare mezzi violenti, ma dando l’esempio di come si possono coinvolgere i giovani su direttrici positive, senza per questo levargli il piacere del divertimento. Provate a parlare con i ragazzi che frequentano la palestra Domino. Fanno gruppo e difendono la squadra, nel contempo non escono mai dai confini del buon gusto, sia nelle parole che nei gesti. In questo caso, va bene il detto, che la boxe non è più quella di una volta. In effetti è molto migliorata e ha compiuto il miracolo di diventare uno sport come gli altri e non l’espressione di quella violenza che spesso gratuitamente gli veniva assegnato. Un passo avanti che fa onore alla disciplina.
Giuliano Orlando