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EMANUELE BALNDAMURA NEL SEGNO DI SUGAR RAY

10/06/2015 - 23:43:49

 

 

Emanuele Blandamura combatte per il titolo europeo dei pesi medi nel segno di Sugar Ray Leonard

comunicato PBE

Grande opportunità per Emanuele “Sioux” Blandamura, grazie alla OPI 2000 di Salvatore Cherchi: sabato 20 giugno al teatro Principe di Milano sfiderà il franco-ivoriano [Michel Soro] per il vacante titolo europeo dei pesi medi nel clou di una manifestazione organizzata dalla Principe Boxing Events di Alessandro Cherchi e trasmessa in diretta alle 23.00 da Deejay TV (canale 9 del digitale terrestre nazionale e canale 145 della piattaforma Sky). “Michel Soro è uno dei migliori pugili europei: ha un buon destro, usa bene il montante, è preciso – commenta Emanuele – ma sono convinto che sia alla mia portata. Sarà un match aperto ad ogni esito. Mi sono trasferito a Civitavecchia, dove vive il mio nuovo maestro Mario Massai, per preparare al meglio questo combattimento. Per la prima volta nella mia vita, sono concentrato al 100% sulla carriera pugilistica. Per parecchi anni ho lavorato come addetto alla sicurezza e la boxe era la mia seconda attività. Ora mi sento davvero un pugile professionista.”
 

Nato a Udine il 19 dicembre 1979, romano d’adozione, professionista dall’aprile 2007, Emanuele Blandamura ha sostenuto 24 incontri con un bilancio di 23 vittorie (5 prima del limite) e 1 sconfitta. E’ diventato campione del Mediterraneo e dell’Unione Europea dei pesi medi. La sua unica sconfitta risale al 26 luglio 2014, a Manchester (Gran Bretagna), contro Billy Joe Saunders per il vacante titolo europeo. Ma è un episodio già archiviato da Emanuele che vuole fortemente diventare campione d’Europa.

Lo considero un passo avanti verso il mio sogno di diventare campione del mondo – prosegue Emanuele -. E’ quello che ho sempre desiderato, fin da bambino. Anche quando non pensavo di diventare un pugile professionista, guardavo gli incontri in televisione e compravo le videocassette dei grandi campioni sia italiani che stranieri. Il mio idolo è sempre stato Sugar Ray Leonard, perché si muoveva con eleganza, per la precisione dei suoi pugni, per la cura con cui preparava ogni dettaglio. Si notava che amava fare il pugile. Lo considero uno dei più grandi di tutti i tempi. Molti lo paragonano a Floyd Mayweather, ma non condivido: Floyd è sicuramente il migliore dei giorni nostri, ma un gradino più in basso rispetto a Leonard, Muhammad Ali ed altri. Mayweather è simile ad Ali nell’atteggiamento: si proclama il più grande di tutti i tempi come faceva Ali sapendo che le sue dichiarazioni scateneranno polemiche. Secondo me, c’è una notevole differenza tra quello che dice e quello che pensa. Ogni volta che parla sembra che lo faccia solo per finire sui giornali. Penso che debbano essere gli altri a giudicare il valore di un pugile ed ognuno ha la sua opinione.

Emanuele Blandamura ha iniziato tardi a praticare la nobile arte, come ci racconta lui stesso: “Ho indossato per la prima volta i guantoni nel 1998. Ho scelto la palestra più vicina a casa mia, nel quartiere Nuovo Salario di Roma, il maestro era Guido Fiermonte, fratello di Enzo Fiermonte, campione d’Italia dei pesi medi nel 1931 che ha combattuto in mezzo mondo (anche al Madison Square Garden di New York) ed ha chiuso la carriera dopo essere salito sul ring 67 volte. Nel 1999 ho debuttato fra i dilettanti ed ho proseguito fino al 2003. Poi mi sono trasferito in Germania. Tornato a Roma, ho ripreso l’attività dilettantistica nel 2005. Da allora ho perso solo due volte: contro Fabio Ciro Di Corcia ai campionati italiani dilettantistici e contro Billy Joe Saunders.”

Pur non avendo mai combattuto per il titolo nazionale professionistico, Blamdamura ha sconfitto due pugili che sono diventati campioni d’Italia: Luca Tassi (supermedi) e Francesco Di Fiore (superwelter). “Contro di loro ho dimostrato il mio valore – spiega Emanuele – e so che potrei diventare campione italiano se ne avessi la possibilità, ma le mie ambizioni portano verso il mondiale. Se non ho mai disputato il tricolore professionistico è per la mancanza di un’offerta adeguata. Lascio queste cose a Salvatore Cherchi, ho sempre avuto fiducia in lui.”