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UN GIORNO COME OGGI, IL 16 GENNAIO DEL 1976

16/01/2017 - 07:58:25

 

 

Giancarlo Barabotti sconfigge Piero Meraviglia

di Primiano Michele Schiavone

Il 16 gennaio 1976 nel comune di Empoli, in provincia di Firenze, il toscano Giancarlo Barabotti divenne il campione italiano dei pesi leggeri numero 48, dopo aver sconfitto il lombardo di origine marchigiana Piero Meraviglia con verdetto ai punti deciso alla fine delle 12 riprese. Barabotti, pisano di Pontedera, ottenne il vacante titolo lasciato dal tarantino Quero, impegnato a disputare l’eliminatoria al campionato europeo. Il toscano, professionista dal luglio 1974, conobbe la prima sconfitta nel settembre dell’anno seguente a Milano, per mani del francese Pierre Petit, dopo aver riportato un significato successo in Belgio sul futuro titolare europeo Fernand Roelands. Mentre era campione nazionale, Barabotti in marzo pareggiò sulle 8 riprese con il laziale Giuseppe Minotti; in aprile a Caracas, in Venezuela, finì sotto i colpi del colombiano Hugo Barraza nel round di apertura; in luglio cedette ai punti al fiorentino di origine palermitana Vincenzo Burgio, passandogli il testimone tricolore; in agosto rimase sconfitto a Taranto dal locale Vincenzo Quero; dopo due vittorie tornò ad affrontare in Belgio il locale Fernand Roelands, cedendo sulla distanza. Nel gennaio 1977 impegnò in Francia il transalpino Jean-Baptiste Piedvache, ex campione nazionale e futuro detentore europeo dei pesi superleggeri. Dopo altri due successi, in ottobre a Milano sfidò il campione italiano superleggeri Giuseppe Martinese, vincolandogli la difesa entro l’ultima ripresa. Barabotti continuò a calcare il ring fino al maggio 1980, quando decise di lasciare l’attività, dopo 36 combattimenti: 20-14-2. Sul suo record si trova traccia di altri incontri onerosi sostenuti contro i campioni italiani Efisio Pinna, Bruno Freschi, Luciano Navarra e Giuseppe Di Padova, i belgi Alois Carmeliet e Frankie Decaestecker, detentore dei titoli di Belgio e del BeNeLux, ed i titolari continentali Joergen Hansen e Perico Fernandez, pure campione del mondo.

Primiano Michele Schiavone