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GALASSI E DI ROCCO VINCONO A VICENZA

15/04/2012 - 13.35.07

 

Simona Galassi si conferma sul tetto del mondo e soluzione fulminea per Di Rocco

di Alfredo Bruno

La OPI 2000 con la preziosa collaborazione della Padova Ring, una società molto attiva, della Lega Pro Boxe, di SportItalia, e con il Patrocinio del Comune di Vicenza ha fatto centro ancora una volta organizzando al Palazzetto dello Sport vicentino una manifestazione con ben due titoli internazionali.
 
La boxe italiana dopo la riunione di ieri sera può dire di aver aumentato il suo share di gradimento tra gli appassionati, e forse, anche grazie alle riprese di Sport Italia, potrebbe avere acquistato nuovi interessi tra utenti, che conoscevano questo sport in maniera vaga. Ieri sera abbiamo avuto la conferma di una grandissima campionessa, Simona Galassi (+17, - 1, = 1), che ha conservato il titolo mondiale femminile IBF, lei 39enne, dall’assalto di una intraprendente 20enne come l’ungherese Renata Szebeledi (+ 15, - 9).
Il mondiale della “Regina di Romagna” è oro colato per la boxe italiana, essendo attualmente l’unico in nostro possesso.
La serata ci ha dato modo di ottenere anche un titolo dell’Unione Europea sul velluto, visto che a contenderselo erano due italiani, ma cosa più importante ha rispolverato un campione, Michele Di Rocco, sul cui valore per un motivo e per un altro se ne erano perse le tracce dopo la sconfitta subita 4 anni fa ad opera di Giuseppe Lauri, suo avversario di ieri sera. Parliamo di una delle grandi promesse della boxe italiana, oggi diventata realtà, e che fu grande protagonista alle Olimpiadi del 2004.
 
[Simona Galassi] difendeva il suo titolo iridato, conquistato in Sardegna, dall’assalto di [Renata Szebeledi], ungherese apparentemente timida e sorridente, anch’essa in possesso di un titolo, quello dei gallo, conquistato nel 2011 per la WBF, ma quello che più conta è che veniva da otto successi consecutivi e tra le sue vittorie, molte erano state ottenute prima del limite.
 
scambio di colpi tra Galassi (destra) e Szebeledi  /  foto di Marco Chiesa
 
Un biglietto da visita tutt’altro che rassicurante e che trovava conferma fin dai primi secondi del match quando cercava subito di prendere l’iniziativa, stoppata dai colpi d’incontro di Simona. Entrambe le pugili hanno uguale caratteristica come guardia destra, ma un tipo di boxe decisamente diverso. L’ungherese è aggressiva, dotata di discreta potenza, e a sorpresa, nonostante la giovane età, smaliziata come una veterana con quei colpetti dietro la nuca nei corpo a corpo.
La tecnica della Galassi è stellare, da studiare sui manuali del nostro sport, ma si scontra con un avversaria per niente intimidita decisa a giocare fino in fondo le sue carte.
La romagnola accumula punti nelle prime riprese grazie alla sua varietà di colpi e alla sua scelta di tempo, soprattutto quando piazza l’uno-due.
L’ungherese però non accenna a diminuire il suo ritmo ossessivo, tanto che la nostra atleta comincia a dare segni di stanchezza. La Szebeledi scaglia colpi su colpi per la maggior parte imprecisi, ma che tengono in allarme la campionessa e il suo entourage.
La sfidante recupera terreno nelle riprese centrali. La romagnola sembra in difficoltà, ma la classe non è acqua e lo capisci a partire dalla parte finale dell’ottavo round quando ci mette la rabbia nei suoi colpi d’incontro che perforano la guardia dell’ungherese.
Nel nono round Simona appare rinfrancata e prende decisamente l’iniziativa sull’avversaria, che a sua volta comincia a dare segni di cedimento.
Il decimo round comincia con uno scambio durissimo. La campionessa piazza il suo sinistro al corpo e al volto della Szebeledi, che appare imprecisa nelle repliche, anche perché la Galassi con abilità le manda a vuoto. Un gancio sinistro arrivato a segno sul volto dell’ungherese sancisce la fine del match.
Dopo pochi minuti il ringannouncer Valerio Lamanna legge il verdetto decretato all’unanimità dai tre giudici con lo stesso punteggio di 96 a 94 favorevole a Simona Galassi. Un punteggio che fa riflettere e che fa anche capire che gli ultimi due rounds sono stati decisivi per la vittoria della nostra campionessa.
 
Simona Galassi proclamata vincitrice  /  foto di Marco Chiesa
 
Nella stessa serata c’era un’ennesima sfida tutta italiana per un titolo internazionale. Stavolta si trattava della corona vacante dell’Unione Europea nella categoria dei superleggeri. Un match dalle mille motivazioni dovute ad un’ attesa rivincita da una parte e dalla consapevolezza di un ultimo appello dall’altra parte.
Michele “The King” Di Rocco (+ 32, - 1, = 1) affronta Giuseppe “The End” Lauri (+ 53, - 10), che lascia momentaneamente i panni del manager per questa chance.
All’angolo di Di Rocco ci sono Carlo Maggi e Sergio Calì, mentre l’angolo di Lauri ci sono il padre e il fratello. Di Rocco appare scattante e deciso mentre Lauri appare più prudente.
C’è una breve scaramuccia poi Di Rocco chiude all’angolo Lauri e scarica una bordata terrificante che costringe al tappeto il suo avversario.
 
Di Rocco (destra) attacca Lauri  /  foto di Marco Chiesa
 
Quando riprende Lauri non sembra al meglio e lo conferma subendo due destri pesanti che lo costringono ad arretrare alle corde, dove si compie l’atto finale con una scarica culminata da due ganci al volto che pongono irrimediabilmente ko Lauri.
Una battuta d’arresto pesante quella subita dal varesino dopo appena 1’19” che chiudono una carriera ricca di belle imprese e soddisfazioni, mentre si riaprono le mete ambiziose per “The King”, che indubbiamente ha avuto prima del match di ieri un fondamentale apporto allenandosi a Roma nella palestra di San Basilio con i maestri Maggi e Calì, ma soprattutto potendo fare i guanti con uno sparring d’eccezione come Daniele Petrucci.
 
Michele Di Rocco con la cintura EU tra i suoi tecnici  /  foto di Marco Chiesa
 
Che [Devis Boschiero] (+30, - 1, = 1) avesse il dente avvelenato per lo scippo subito nel mondiale disputato in Giappone lo si è visto anche ieri sera quando l’allievo di Gino Freo si è scagliato contro [Istvan Kiss] (+ 8, -3) come una furia.
Ne ha guadagnato lo spettacolo perché questo Kiss, campione ungherese dei leggeri, si è dimostrato, nonostante i suoi 19 anni, un avversario validissimo che ha risposto per le rime ai suoi attacchi nelle prime due riprese.
Poi la boxe aggressiva di Boschiero e la sua maggiore potenza hanno cominciato a sgretolare la resistenza dell’indomabile avversario. Il gancio, sinistro e destro, del veneto non perdonano e Kiss subisce un richiamo per aver volutamente sputato il paradenti a più riprese per riposarsi.
Nel quarto round Boschiero piazza prima un velenoso montante destro e poi un gancio sinistro che Kiss accusa vistosamente, malfermo sulle gambe. Forse è il caso di chiudere lì il match, mentre invece l’ungherese è costretto ad incassare ancora un micidiale destro che lo manda al tappeto con il conseguente stop dell’arbitro.
 
La serata dei professionisti era aperta dal match che vedeva di fronte i massimi [Emanuele Leo] (+7) e l’esperto ungherese [Sandor Balogh]. Il pugliese confermava la sua validità con una netta affermazione ai punti.

Prima dei match valevoli per il titolo sono saliti sul ring come ospiti d’onore Massimiliano e [Alessandro Duran], ex campioni del mondo, Francesco De Piccoli, il non dimenticato oro di Roma, [Luciano Sarti], [Domenico Spada] e altre personalità. Doveva essere una giornata di festa per la boxe e invece è stata una giornata di lutto per tutto lo sport per la morte sul campo del calciatore Piermario Morosini, una vita spezzata a 25 anni. Il minuto di raccoglimento diventava per ognuno di noi un breve tempo di riflessione.