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A SCUOLA MEDIA: SPORT, BULLISMO ED INTEGRAZIONE

26/04/2012 - 10.54.44

 

 

NELL’ISTITUTO GIOVANNI CENA DI LATINA

di  Lidano Cantarelli

Lunedì 16 Aprile, presso l’aula magna della scuola secondaria di primo grado, Giovanni Cena di via Lepanto a Latina, in merito alla settimana sulla sicurezza indetta dallo stesso istituto, si è svolta l’annuale conferenza “sport, bullismo ed integrazione”, con la presenza della Preside Emilia Carotenuto, dei giornalisti e scrittori sportivi Pierluigi Grande, del coordinatore sportivo e tecnico federale di scherma Gianni Pappone, dello psicologo Lidano Cantarelli e della coordinatrice del Progetto Spes “scherma pugilistica educativa scolastica” e degli studenti numerosissimi della scuola, del corpo docente e del pubblico dei genitori. Tra i relatori anche due giovanissime studentesse Alessia, e Yasmin della 1B che hanno portato come esempio la loro esperienza sportiva di come attraverso questa si possa far fronte a molte ansie e preoccupazioni.

I relatori della Conferenza <<sport, bullismo ed integrazione>>

Durante gli interventi è stato messo in evidenza come lo sport oltre ad avere un compito importante nella formazione fisica dell’atleta, ha anche e soprattutto un valore educativo.
È stato messo in evidenza come il ruolo svolto dal tecnico sportivo oggi deve tenere conto dell’epoca socioculturale in cui viviamo, dove momenti aggregativi ed educativi precedentemente assolti prevalentemente dagli oratori, stanno cercando nuovi spazi per lo stesso fine.
Di conseguenza i due compiti che l’allenatore oggi è chiamato ad assolvere, è in primis quello di educatore e di compartecipante al progetto educativo scritto dai genitori dell’atleta stesso, il secondo quello di condurre il ragazzo in modo progressivo alla specializzazione sportiva di modo tale che possa svolgere in piena sicurezza le gare che lo sport che ha scelto prevedono.
 
 
Nel corso del dibattito, è stato messo in evidenza che in età scolare è importantissimo praticare uno sport, non solo per agevolare la crescita del corpo, ma anche perchè questo da la possibilità di migliora le capacità relazionali, quelle emozionali, quelle cognitive e di personalità.
La ricerca scientifica infatti testimonia oggi di come il 75% dell’attività cognitiva si sviluppa, si allena e si mantiene tramite la pratica sportiva .
Inoltre è stato messo in risalto come nell’ultimo decennio idoneo sviluppo cognitivo e di personalità è diventato esigenza dei genitori ed anteposto a quello di gara vera e propria. Quest’ultima esigenza viene vista oggi sempre più come momento concreto di superamento di limiti ed ostacoli allo sviluppo di una coscienza emozionale equilibrata in cui rabbia-aggressività, paura, tristezza trovino i giusti canali espressivi.
 
Ufficio stampa
Scuola Media Giovanni Cena
 
Fonte:  Alfredo Bruno