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NICCHI CONSERVA IL TITOLO ITALIANO DEI MEDI JR

09/06/2012 - 0.41.54

 

Terza vittoria di Nicchi contro Di Fiore, questa per decisione divisa

Il titolo italiano dei pesi superwelter ha visto i riflettori puntati per la seconda volta quest’anno.
Il campione in carica Adriano Nicchi, dopo la difesa effettuta lo scorso gennaio contro l’allora imbattuto Domenico Salvemini, ha accettato di esibirsi a Prato contro Francesco Di Fiore, pratese di adozione, al quale strappò la cintura nazionale nel novembre del 2010.
Il pugile aretino nel 2011 ha potuto sostenere solo una difesa, obbligando all’abbandono nella settima ripresa il campano Salvatore Annunziata.
Da allora il 31enne toscano si è guadagnato la stima del Comitato classifiche dell’EBU ed occupa l’undicesimo posto nel ranking continentale. Il titolo è vacante e sarà conteso tra il bielorusso Siarhei Rabchenko ed il britannico Ryan Rhodes.
Il 34enne Di Fiore, dopo aver assimilato il secondo insuccesso per mani di Nicchi che gli è costato il primato tricolore, ha sommato due vittorie che lo hanno confortato nella rimonta della classifica per riproporsi al cospetto del leader nazionale dei pesi medi jr. Di Fiore è collocato al quattordicesimo posto nella classifica dell’Unione europea il cui campione è il francese Cedric Vitu.
I precedenti davano favorito il campione in carica ma la chance dello sfidante rappresentava la sua ultima spiaggia per ritornare campione italiano e rimettersi sulla cresta dell’onda. Questa ipotesi incarnava per Di Fiore l’ispirazione, la sferza e l’incoraggiamento per non fallire l’impresa.
 
Nicchi e Di Fiore la sera prima del match, dopo le operazioni di peso
 
Per assecondare la sua aspirazione si sono mossi in tanti. La Boxe Cavallari ha avuto la collaborazione della Pugilistica Pratese, Asd Scuola Calcio Prato ed il patrocinio di Provincia e Comune di Prato.
Il resto lo doveva mettere Di Fiore e lui ha fatto tutto il possibile per non deludere le aspettative e riscattare le due precedenti prove fornite contro Nicchi. Parte della terna giudicante ha valutato il match diversamente da come è stato interpretato dallo sfidante ed il risultato finale gli ha dato torto. Alla fine delle 10 riprese dirette dall’arbitro Roberto Di Mario il verdetto è stato diviso con due 97-93 a favore del campione ed un 96-94 a vantaggio dello sfidante.
La prima ripresa è iniziata con lo sfidante impostato con la guardia alta che si muove in avanti per trovare il bersaglio. Di Fiore usa il sinistro contro un abile campione che indietreggia ma usa le mani per non lasciare l’iniziativa al suo avversario. Di Fiore usa doppiare i colpi. Il suo avversario lo aspetta per poi muoversi sul tronco, spostarsi e rientrare. Lo sfidante predilige i colpi al capo mentre il suo opponente scaglia pugni al tronco.
Nel secondo round Di Fiore si muove in attacco e detta il ritmo del match. Nicchi si porta alle corde con la guardia chiusa e lascia scaricare le serie dello sfidante. Poi il campione guadagna la distanza e si muove con la guardia bassa, forse per dimostrare la superiorità. Nicchi si affida ai montanti portati con fare isolato mentre vienne pressato dall’avversario che infittisce il destro lungo.
La tattica del campione di muoversi lungo le corde va avanti anche nel terzo tempo. Poi impone la lunga distanza con saltelli, giochi di gambe e movenze sul tronco, inframmezzati da uppercut di sbarramento. Di Fiore continua a fare il match ed impone gli scambi che il campione predilige all’angolo.
Anche nella quarta frazione lo sfidante pressa il suo avversario costringendolo all’angolo. Smaltite le serie Nicchi trova lo spazio per ritornare a saltellare con le mani basse. Poi scaglia montanti ma l’incalzare dell’avversario lo costringe a fermarsi lungo corde. Qui Di Fiore infittisce gli attacchi e costringe il campione a difendersi con scambi intensi.
La quinta ripresa segue il canovaccio delle precedenti con Nicchi che predilige le corde e Di Fiore che insiste con aggressività, portando colpi al capo ed ai fianchi. Il campione è costretto a scambiare per non rimanere imbrigliato dall’offensiva avversaria.
Anche nel sesto round il campione preferisce muoversi sulle gambe per eludere gli attacchi dello sfidante che non demorde e continua ad attaccare. Nicchi trova la misura con alcuni destri al volto intercalati con montanti. Di Fiore fonda le sue azioni di attacco con solidi combinazioni alternate alla figura ed al capo.
Il ritmo continua elevato anche nel settimo tempo. Nicchi si affida molto alle gambe ed al tronco che muove con agilità. Si muove all’indietro con la guardia bassa. Si sposta su un lato e fa partire il montante. Poi riguadagna la distanza e riprende a scoccare colpi con lo stesso target. Di Fiore è continuo e costante nel mulinare le braccia ed andare a segno con serie.
Nell’ottava frazione il campione appare meno disposto alla lotta ed usa abilmente il gioco di gambe per spostarsi. Lo sfidante comunque accorcia la distanzaed attacca a due mani. Nicchi appare ferito lungo l’arcata sopracciliare sinistra. Dopo il controllo dell’arbitro il match s’infiamma e si vedono ripetuti scambi di colpi ravvicinati.
Nel nono assalto i copi dei due pugili s’incrociano ripetutamente. Nicchi pedala all’indietro e si affida al destro. Di Fiore è più continuo e porta colpi in serie. La cadenza del confronto rimane alta. Entrambi vogliono la vittoria anche se le esecuzioni delle parti sono opposte.
La decima ed ultima ripresa fornisce l’apoteosi delle due contrapposte ambizioni. I due pugili spendono le residue energie con scambi di colpi incrociati portati a viso aperto. Nicchi si muove sul tronco per scampare ai colpi più lineari dell’avversario e scaglia ganci al capo. Di Fiore appare più regolare con le asfissianti combinazioni a due mani portate sopra la cintola ed al capo del campione.
La proclamazione del verdetto ha confermato Nicchi campione italiano dei pesi superwelter. Così Nicchi, kg 69, ha difeso con successo la sua cintura nazionale per la terza volta ed ha migliorato il record con 18 vittorie (7 prima del limite), 3 sconfitte e 2 pareggi.
Di Fiore, kg 69.800, ha scritto sul suo record l’insuccesso numero 7 a fronte di 13 trionfi (4 anzitempo) ed 1 verdetto di parità.
 
In precedenza il confronto tra i compagni di scuderia Giacomo Mazzoni e Riccardo Pintaudi ha visto il trionfo di quest’ultimo nella quinta ripresa.
Il welter Mazzoni, fiorentino di 30 anni, ha perduto l’imbattibilità dopo 6 vittorie. Pintaudi, milanese prossimo a compiere 29 anni, è rimasto invitto con 4 successi (2 prima del limite).
 
Brutto match tra i pesi piuma Nicola Cipolletta, campano prossimo a compiere 24 anni, e Suat Laze, 32enne albanese residente a Como, che si sono affrontati sulla distanza delle 6 riprese.
Al termine la vittoria è andata al lombardo d’adozione.
Cipolletta, troppo più alto dell’avversario, non è riuscito a fare uso dell’allungo per tenere a distanza il focoso Laze.
Il mancino albanese è apparso molto scomposto nella foga di andare a bersaglio ma è stato il pugile che ha usato di più le braccia per offendere. A volte è andato fuori misura e più volte è caduto quando il bersaglio mobile del suo avversario diventava evanescente.
Cipolletta ha combattuto di rimessa girando lungo le corde ma non è riuscito a frenare l’ardore del piccolo guerriero che aveva di fronte.
Laze lo ha aggredito senza sosta. Dal quarto round ha aumentato gli incisivi attacchi ed ha finito il match in crescendo.
Laze, EBU # 14, vanta il record di 20 vittorie (6 prima del limite), 4 sconfitte, 1 pareggio ed 1 no-contest.
Cipolletta ha conosciuto l’insuccesso numero 2 dopo 8 trionfi (2 anzitempo).
 
 Primiano Michele Schiavone