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ACCADDE OGGI, UN ITALIANO NEL NEW JERSEY

24/10/2013 - 15.43.14

 

 

Il 25 ottobre del 1928 a Camden

di Alessandro Bisozzi

Il pugilato è fatto anche di storie minori, di atleti che si sono prodigati al massimo per cercare di raggiungere dei risultati e che purtroppo, per vari motivi, non li hanno ottenuti.
[Egidio Roversi] (nella foto), forte peso welter (poi passato ai medi) civitavecchiese, attivo tra gli anni venti e i trenta, fu un pugile piuttosto solido e molto tecnico.
Allievo, e più tardi avversario, di quel Romolo Parboni che nel 1922 arrivò a Civitavecchia aprendo la prima vera palestra di pugilato, Roversi si trasferì presto negli Stati Uniti. La gavetta fu dura per il giovane civitavecchiese il quale dovette confrontarsi subito con i mastini spaccaossa delle palestre, spietati sparring partners che avevano il compito di selezionare i migliori elementi da offrire al crudele circo della boxe americana.
Il giovanotto era un duro, non mollò davanti alle difficoltà e proseguì dritto per la sua strada.
Gli ingaggi arrivarono, furono incontri violenti, all'ultimo sangue. In quel periodo, chiunque saliva sul ring deciso a massacrarti, aveva cento buoni motivi per farlo.
In un paio d'anni, Roversi aveva accumulato un buon numero di vittorie, ma anche alcune durissime sconfitte, come quella con Jimmy McAllister o Joe Bashara, il potente picchiatore di Philadelphia.
Il 25 ottobre del 1928, Egidio Roversi, alias Tony Gildo, affrontò a Camden (New Jersey), il fortissimo Marty Summers, un picchiatore espertissimo e malvagio che alcuni anni prima aveva sostenuto un bel combattimento contro il futuro campione del mondo dei pesi welter Mickey Walker, perdendo di stretta misura ai punti.
Fu una lotta durissima, Roversi voleva imporsi ad ogni costo. Qualche settimana prima, infatti, un verdetto scandaloso lo aveva privato della vittoria contro Frank Cavallo.
Notevolmente più pesante, l'americano aveva dalla sua una notevole potenza di pugno, ma una scarsa mobilità; per contro, il civitavecchiese era assai più veloce e dinamico.
La vittoria ai punti, dopo otto riprese, fu così netta che nessuno dei giudici osò metterla in discussione.
L'anno dopo, Roversi rientrò in Italia portando a termine una decorosa ma alquanto anonima carriera da gregario del ring, culminata nel 1935 con la vittoria nettissima, ai punti, sul rumeno Nicol Jorgulescu.
Il 10 marzo del 1936, mentre era intento al suo lavoro di facchino, a bordo di una nave di carbone nel porto di Civitavecchia, Egidio Roversi fu colpito da malore. Trasportato d'urgenza presso il vicino ospedale, il giovane pugile vi giunse ormai cadavere.
Storie minori di atleti che hanno dedicato la parte più bella della loro vita, la gioventù, ad uno sport che amavano, inseguendo vittorie e successi che, come una bella donna irraggiungibile, ogni volta li allontanava da sé.
Storie minori, ma non per questo meno belle ed entusiasmanti.
 
Alessandro Bisozzi