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ACCADDE OGGI, VITTORIO SARAUDI A ROMA

27/11/2013 - 8.16.54

 

   

Il 27 novembre 1964 piega Johnny Halafihi

di Alessandro Bisozzi

[Vittorio Saraudi], figlio di Carlo Saraudi (lo sfortunato eroe delle Olimpiadi di Parigi del 1924), era un atleta eclettico e assai guascone, ma un pugile dal pugno molto difficile da digerire.
Nato nel 1941 a Civitavecchia, aveva seguito le orme di suo padre e quelle di suo fratello Giulio, di tre anni più vecchio.
Alto e dal fisico poderoso, Vittorio era un medio-massimo completo, anche se con una mascella piuttosto fragile. Non era certamente in possesso di grandi qualità tecniche, ma la grinta con la quale sapeva affrontare gli avversari lo rendeva un picchiatore assai temibile.
Passato professionista nel 1963 dopo aver vinto la medaglia di bronzo ai campionati internazionali militari, Saraudi arrivò al confronto col tongano [Johnny Halafihi] con dodici vittorie su altrettanti incontri disputati in appena un anno e mezzo di attività. Dodici successi caratterizzati da nove k.o. inflitti non oltre il quarto round.
Era pericoloso Vittorio, fragile nel mento ma molto pericoloso e non era facile avvicinarlo perché possedeva un jeb terribile e oltremodo lungo.
Johnny Halafihi, nato a Tonga nel 1933, professionista fin dal 1954, non era molto alto per essere un medio-massimo. Robusto e tarchiato era tuttavia in possesso di un'eccellente tecnica e di un pugno di tutto rispetto.
Anche lui si distinse per una serie ininterrotta di vittorie per k.o., compresa quella che gli fece conquistare il titolo della Nuova Zelanda, contro il forte Charley Beaton.
Quando nel 1956 si trasferì in Inghilterra, ottenendo la licenza inglese, il giovane Johnny fece massacri tra i fortissimi picchiatori che gli si opposero per metterlo alla prova. Per tre anni nessuno riuscì a fermarlo, neppure il mitico Johnny Sullivan, il campione inglese dei pesi medi che ogni tanto si divertiva a stendere al tappeto anche colleghi della categoria superiore.
Nel 1960 aveva provato a strappare il titolo del Commonwealth al sudafricano Mike Holt, titolo che gli dovette lasciare dopo aver pareggiato un match che forse aveva vinto. Ci provò ancora due mesi dopo e poi nel 1962, ma il grandissimo Chic Calderwood (che nel 1966 perse il campionato del mondo contro Josè Torres), lo bloccò entrambe le volte.
Sempre nel 1960, a Roma, Halafihi perse la rivincita concessa a Giulio Rinaldi che riscattò la sconfitta subita l'anno prima in Inghilterra.
Il tongano era un pugile di classe e rappresentava la prima prova importante per Saraudi che lo affrontò il 27 novembre 1964 sul ring del Palazzetto dello Sport di Roma.
Il match rappresentava uno dei sottoclou di due importanti incontri che vedevano impegnati il campione d'Italia dei pesi medi Nino Benvenuti contro Aristeo Chavarin, e l'ex campione del mondo della stessa categoria, Sugar Ray Robinson, opposto al nostro Fabio Bettini. 
Halafihi parte tentando subito la prova di forza. Vittorio sulle prime non riesce a contenere l'irruente azione dell'avversario e alla seconda ripresa un potente e larghissimo gancio destro lo raggiunge alla mandibola spedendolo al tappeto.
Il civitavecchiese riesce comunque a recuperare, si rialza e contrattacca immediatamente.
La migliore qualità di Saraudi era quella di ritrovare la concentrazione proprio quando le cose sembravano precipitare. I suoi modi da spaccone lasciavano immediatamente il passo a quelli dell'esperto pugile di mestiere e per chi se lo ritrovava davanti, Vittorio rappresentava un serio problema da gestire.
In appena un paio di riprese l'italiano riesce a riportarsi in vantaggio. Una serie ininterrotta di destri e sinistri centrano il volto di Halafihi, che non si aspettava una reazione così rapida e decisa.
Colpi precisi, particolarmente assestati, arrivano a bersaglio e il tongano appare in difficoltà, arretra davanti alla mole del rivale che lo sovrasta di quasi dieci centimetri in altezza.
Alla quarta ripresa, un diretto destro di Saraudi raggiunge la fronte dell'avversario provocandogli uno squarcio largo e profondo sul sopracciglio sinistro. Le condizioni della ferita, che comincia a sanguinare copiosamente, appaiono piuttosto gravi e il medico chiamato ad intervenire non può far altro che segnalare all'arbitro l'impossibilità di proseguire il combattimento.
Vittorio Saraudi batte Johnny Halafihi per fuori combattimento.
 
Alessandro Bisozzi