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DAMIANO FALCINELLI, UN PROSPETTO CHE GUARDA LONTANO

21/02/2014 - 17.52.51

 

 

Uno che possiede pugni pesanti e un ritmo logorante

di Alfredo Bruno

Damiano Falcinelli (+ 27, - 1, = 1), 20 anni, ha innestato quasi subito la quinta marcia facendo intravedere grandi possibilità. Il 2013 è stata l’annata doc, quella classica per spazzare ogni dubbio.
Damiano è un prospect a tutti gli effetti dopo aver vinto il Torneo Laziale I e II serie ed essersi presentato agli Assoluti di Galliate con due vittorie su Simone Tralo e su Alfonso Di Russo, ex campione italiano e perno della Nazionale nei 69 kg.
Il cammino del pugile della Team Boxe Roma XI terminava con la sconfitta in semifinale con Giulio Zito, ma era più che sufficiente per rivolgere uno sguardo interessato da parte della Nazionale all’allievo di Mattioli e Ascani.
Damiano non ha una bacchetta magica, ma possiede pugni pesanti e un ritmo logorante.
Qualche limatura in fase difensiva e tecnica e il gioco è fatto per avere la garanzia di una promessa dalle basi solide.
Non tragga in inganno il cognome, il giovane non ha parentele e origini nella boxe.
 
Come sei entrato nel mondo della boxe?
“Ho cominciato a 13 anni con la prepugilistica. A 15 anni ero già tesserato tra gli agonisti, ma mi sono dovuto fermare per un periodo di 3 anni per problemi fisici, quindi la mia vera attività ha avuto inizio nel 2012”.
 
Il giorno più bello e quello più brutto?
“Il giorno più brutto è stato quando mi sono infortunato e mi sono dovuto fermare. Il giorno più bello è stato quando ho avuto la possibilità di disputare gli Assoluti e di battere l’ex campione Di Russo”.
 
 
Descrivi il match con Di Russo…
“E’ stato duro per tutti e due, difficile con frequenti corpo a corpo, è stata una battaglia con un tipo di boxe in cui mi trovo più a mio agio”.
 
So che sei stato chiamato in Nazionale, sei soddisfatto?
“Contentissimo, ho fatto un ritiro di poco più di una settimana. E’ stata una gran bella esperienza”.
 
Che fai nella vita?
“Ho studiato fino a poco tempo fa. Adesso faccio dei lavori saltuari da muratore con il cognato della mia ragazza. Quello che capita insomma”.
 
Un lavoro che ti irrobustisce…
“Certamente, è poco ma sicuro”.
 
Che intendi fare con il pugilato?
“Ho intenzione di continuare senz’altro, finchè si va avanti voglio aumentare il mio bagaglio personale”.
 
Fra poco hai la possibilità di combattere senza caschetto…
“E’ senz’altro una bella esperienza, perché si avvicina al professionismo”.
 
Ti piacciono altri sport come il calcio ad esempio?
“Il pallone non mi ha mai interessato, anzi da ragazzino mi sono fatto regalare un sacco coi guantini, perché dentro di me già sapevo che dovevo fare questo”.
 
Una delle tue caratteristiche è aumentare il ritmo con il passare delle riprese…
“E’ vero, non me lo spiego, forse perché alla distanza esce più il cuore che tutto il resto”.
 
Qual è l’avversario che ti ha messo più in difficoltà?
“Bella domanda. Devo dire l’ultimo match, la semifinale di Galliate, non per il fatto di aver perso, anche se Di Russo è stato altrettanto difficile. Non so fare una stima fra i due: Zito ha una boxe lunga, si muove bene e sa tirarsi fuori dalla traiettoria dei colpi”.
 
Sei sacaramantico?
“Non credo a queste cose. Non credo alla sfiga, conto solo sulle mie forze e basta”.
 
Paura?
“Forse emozione, un po’ di agitazione prima del match, ma niente di più”.
 
Il tuo campione preferito?
“Roberto Cammarelle per me è il top. E’ il mio preferito anche come persona, è umile e disponibile”.
 
Alfredo Bruno