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ALESSANDRA BRANCO, I RICORDI, I SOGNI

11/03/2014 - 16.49.41

 

 

La giovane organizzatrice di boxe si concede al microfono

di Alessandro Sebastiani - www.boxelive.it

Alessandra Branco, classe 92, figlia del pluricampione mondiale Silvio Branco, laureata in economia e commercio all'università della Tuscia, dall'età di 20 anni ha intrapreso la lunga ed ardua strada di organizzatrice di eventi di pugilato professionistici.
 
Alessandra Branco con il papà Silvio
 
Ho avuto il piacere di incontrarla nella città in cui vive, Civitavecchia, in provincia di Roma, e trovandoci a passeggiare in una bella giornata di sole presso il lungo mare di Civitavecchia, tra palme, fontane, piste ciclabili, ci siamo trovati a fare una bella chiacchierata dove le ho sottoposto alcune domande inerenti al suo lavoro. Ho il piacere di riportarvi la conversazione di seguito:
 
1. Alessandra, qual è il ricordo più lontano che hai del pugilato.
Il ricordo più lontano risale a quando ero bambina ed orbitavo tra organizzatori, giudici, arbitri, palazzetti gremiti di gente, tifosi ed appassionati, mentre seguivo mio padre che disputava impegnativi rounds per il campionato del mondo WBU nel lontano 1997. Avevo 5 anni!
 
2. Quando hai sentito la voglia di iniziare a muovere i primi passi nel mondo dell'organizzazione di eventi professionistici?
La voglia l'ho sempre avuta , sono sempre stata dalla parte del pugile vivendo all'ombra di mio padre. Constatando col tempo che, a parer mio, gli organizzatori ed i manager non tutelavano gli atleti, ho iniziato ad intraprendere un passo alla volta l'organizzazione di eventi di ogni tipo, specializzandomi prettamente in quelli pugilistici nel mondo del professionismo e cercando nel contempo di tutelare al massimo le carriere dei boxeur che seguo in prima linea.
 
3. Quali emozioni hai provato nell'organizzare una riunione professionistica nella quale ha combattuto tuo padre Silvio Branco.
Organizzare una manifestazione di livello mondiale, come puoi ben immaginare, è stata una grande emozione, ma organizzare un mondiale per mio padre è stato veramente il massimo, mi sono sentita al settimo cielo per i tre mesi di organizzazione che hanno preceduto l'evento, stavo finalmente organizzando un mondiale e per giunta il protagonista era il mio grande idolo Silvio Branco. Ho esaudito un grande sogno.
 
4. Raccontaci brevemente come ti senti durante la preparazione, lo svolgimento e dopo aver portato a termine un evento di caratura mondiale.
Sai, organizzare una manifestazione nel periodo storico in cui viviamo, tra crisi, recessioni, instabilità dei governi che influenzano qualsiasi tipo di investimento economico, non è per niente facile, per questo quando organizzo manifestazioni pugilistiche di alto livello mi ritrovo ad avere un ritmo di vita a livelli estenuanti, dal primo all'ultimo giorno, passando momenti estremamente difficili, con oltre dieci appuntamenti al giorno, tra collaboratori, sponsor, istituzioni, promoter, service, enti televisivi, insomma una moltitudine di incontri con diversi professionisti appartenenti a diversi settori, per cui mi ritrovo a dover essere pronta a prendere decisioni in diverse problematiche. Per quanto riguarda la serata stessa, che dire, non posso nascondere con un pizzico di orgoglio che mi sento soddisfatta, mi sento importante sapendo che la minuziosa macchina che porta avanti la riunione pugilistica è stata organizzata da me ed è frutto di un duro e capillare lavoro durato mesi, per questo dopo ogni manifestazione non posso che godere di quanto fatto con piena soddisfazione. La passione e l'amore che nutro per questo sport, mi porta a non essere mai stanca di lavorare.
 
5. Che aspirazioni hai per il tuo futuro di organizzatrice di eventi?
La mia aspirazione, anche se estremamente difficile, al limite dell'impossibile, è quella di riuscire a contribuire allo sviluppo del pugilato professionistico italiano, organizzando eventi sempre più importanti e spettacolari, tanto da arrivare al punto in cui nei miei eventi non si avrà nulla da invidiare agli spettacoli professionistici organizzati nella grande mela. Ed è proprio questa impossibilità che alimenta i miei stimoli.
 
6. Cos'è per te la boxe.
Non sono la prima e non sarò l'ultima a ricordare che la boxe è anche definita "Noble Art". Ma aimè sono ancora in molti che accecati dal pregiudizio non riescono a comprendere che la boxe non è violenza e spietatezza bensì uno sport capace di insegnare a chi lo pratica, valori quali il rispetto delle regole e dell'avversario, lo spirito di sacrificio, il coraggio e la forza di non cedere alle difficoltà; valori fondamentali per una buona crescita ed un inserimento nella società. Il pugilato infatti è spesso utilizzato come "terapia" per tutti quei giovani che rischiano di soccombere alle insidie della società stessa come la delinquenza, le droghe, il bullismo, l'alcolismo ecc.
 
7. Cara Alessandra, ti ringrazio della disponibilità con la quale ti sei offerta per raccontarci una piccola parte della tua storia, siamo giunti ai saluti...
Grazie a te e a tutti coloro che cercano di dare alla boxe la visibilità che si merita. Un caro saluto agli appassionati ed ai lettori, augurandomi che siano sempre di più le persone che hanno voglia di seguire ed investire a favore della Noble Art.

Fonte: Alfredo Bruno