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VALERIO LAMANNA, UNA VOCE TRA LE SEDICI CORDE

22/03/2014 - 11.07.21

 

 

L'annunciatore di pugilato più noto in Italia

Foto ed intervista a cura di Alessandro Sebastiani - www.boxelive.it

Quando i pugili del main event stanno per uscire dagli spogliatoi, il pubblico freme, la tensione è palpabile, le telecamere sono pronte, l'americana illumina il ring che ospiterà lo scontro tanto atteso, ed è in questo momento che irrompe a gran voce il ring announcer a rendere ancora più spettacolare uno sport già di per se straordinario. La voce deve essere potente, calda, coinvolgente, sicura. Una di queste voci è quella di Valerio Lamanna, infermiere romano che iniziando quasi per gioco, si ritrova ora a girare l'Italia mettendo al servizio degli spettatori la sua voce e le sue capacità di presentatore. Ci siamo incontrati scambiando due parole, con piacere ve le riporto.
 
Ormai la tua carriera da ring announcer è ben avviata, è dal dicembre 2005 che calchi i ring nella maggior parte delle riunioni professionistiche a livello nazionale, volgendo uno sguardo al passato, da quando hai presentato il primo evento ad oggi, pensi sia cambiata la tua figura di annunciatore sportivo?
 
Sicuramente sì. In questi anni ho costruito e mi sono perfezionato molto ma comunque credo di poter migliorare e perfezionarmi ulteriormente; lo considero un processo evolutivo dinamico. E’ cambiato anche il mio modo di annunciare; ho allargato i miei orizzonti professionali collaborando con più promoter pugilistici e iniziando ad annunciare in altri sport come la kick-boxing e l’MMA. Inoltre, grazie ai tanti eventi presentati e ai social network, sono anche riconosciuto come una figura professionale ben definita.
 
Che emozioni provi a salire i tre gradini del ring, oltrepassare le corde e stare da solo al centro del campo di combattimento per presentare a migliaia di persone, tra spettatori e telespettatori, un evento di caratura mondiale?
 
L’emozione è sempre forte (anche se con il tempo ho imparato a dominarla) e credo sia fondamentale per trasmettere agli spettatori e ai telespettatori l’adrenalina e gli stati d’animo che si vivono in un contesto sportivo di primissimo piano. Ancora oggi, dopo decine e decine di incontri titolati annunciati, ho i brividi e la pelle d’oca nel presentare i grandi match in programma.
 
Tra frasi obbligate, variazioni di tono della voce, slogan personalizzati inventati ad hoc, cosa per te è importante per rendere una presentazione degna di un evento di alto livello?
 
La somma di ogni singolo elemento, anche il più scontato o il più ovvio. Nulla è fatto per caso e tutto serve per costruire un cerimoniale e una presentazione degni di un grande evento. Purtroppo, in Italia, si da poca importanza ai dettagli e quindi si vede spesso pressapochismo e incompetenza in un ruolo, riconosciuto in ogni luogo dove il pugilato gode dell’importanza e delle risorse che merita, fondamentale.
Personalmente, col tempo, ho cercato di costruire una mia immagine rimanendo comunque fedele ad una forma e ad un modo di annunciare standardizzato e riconosciuto in tutti i più grandi ring announcers del mondo.
 
Quali sono le frasi che preferisci pronunciare durante una presentazione e come sono nate?
 
All’inizio della carriera avevo come “firma” la traduzione letteraria dello strafamoso "Let’s Get Ready To Rumble" del mitico Michael Buffer. Successivamente ho personalizzato il mio concetto di ring announcer ed ho introdotto le mie personalissime “firme” che oggi mi caratterizzano: “Che i Guerrieri Entrino nell’Arena”, che è nata per caso durante la visione del film “300”, prima di chiamare i pugili sul ring e “Finisce il Tempo delle Parole ed Inizia la Legge del Ring” fortemente cercata e lanciata durante la presentazione del primo incontro tra Bundu e Petrucci a Roma, pronunciata prima di presentare le caratteristiche e i record dei due protagonisti. A mio avviso definisce un prodotto che mancava ancora di un qualcosa. Mi piace definirla una sorta di ciliegina sulla torta.
 
La tua voce si trova spesso ad irrompere nelle trasmissioni sportive in diretta su "Rai Sport", "italia 2" o "Sport Italia", quali gioie o difficoltà incontri nel collaborare con i registi dei vari enti televisivi con i quali cooperi per rendere la riunione pugilistica un vero e proprio spettacolo da gustare da capo a fine?
 
Ad oggi ho collaborato con molte produzioni televisive (Rai, Mediaset, Sport Italia, Dahlia TV, La 7, Roma Uno, Teleroma 56) e con molti commentatori TV; molti di loro, purtroppo, non hanno le conoscenze e le competenze per poter commentare un incontro di pugilato e spesso ignorano ciò che per i grandi colossi televisivi mondiali è ovvio e scontato: far ascoltare ai telespettatori un cerimoniale (anche se devo ammettere che molto spesso i miei “colleghi” non sono assolutamente all’altezza della situazione). Vorrei però citare dei professionisti che invece sanno benissimo quanto possa rendere far vivere le emozioni del ring e che quando sono stato impegnato insieme a loro hanno offerto un prodotto televisivo qualitativamente migliore: Fabio Panchetti e Franco Ligas (Sport Italia) e Dario Puppo (Dahlia TV). Approfitto di questa tua domanda per ringraziare pubblicamente Fabio Panchetti per avermi invitato alla trasmissione televisiva Knock Out (un settimanale che andava in onda su Sport Italia) in qualità di ring announcer; per me una grandissima soddisfazione  e la conferma di lavorare nella giusta direzione.
 
Qual'é il tuo pensiero a riguardo del pugilato professionistico in Italia?
 
Per quanto concerne il pugilato pro italiano stiamo vivendo un periodo storico molto difficile (forse il peggiore della storia). La FPI ha già fatto capire che sposerà in pieno il progetto professionistico AIBA  (APB) a discapito di tutte le sigle professionistiche e quindi, come tutti gli appassionati, sono in attesa di capire quale sarà la strada per far sopravvivere il professionismo, per me: IL VERO PUGILATO.
La mia speranza è che la Lega Pro boxe possa convogliare le risorse economiche necessarie che si possa avere una valida copertura televisiva (come faceva nel recente passato Sport Italia) per garantire un’attività costante e ad alto livello. Lo meritano soprattutto i Nostri Pugili.   
 
Non ci resta che concludere la nostra chiacchierata.
 
Vorrei ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno deciso di avvalersi della mia collaborazione professionale e ringraziare le tante persone e i tanti addetti ai lavori sparsi per l’Italia che dimostrano costantemente la loro stima per il mio lavoro. Per me è importante in quanto credo di svolgere questa professione con tanta passione, professionalità e competenza pur rimanendo convinto che si può e si deve sempre migliorare e che bisogna sempre mettersi in discussione. Prima di salutarti vorrei svelarti il mio sogno: annunciare un titolo mondiale di un'importante sigla professionistica con protagonista un pugile italiano e celebrare il suo trionfo.
 
Fonte: Alfredo Bruno