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ACCADDE OGGI: 3 LUGLIO 1938 NASCE GIULIO SARAUDI

03/07/2014 - 9.42.13

 

 

Giulio Saraudi, il grande campione dei "puri"

di Alessandro Bisozzi

Figlio del grande maestro ed ex pugile Carlo Saraudi, Giulio era nato a Civitavecchia il 3 luglio 1938.
Cresciuto tra le corde di un ring, il ragazzino aveva imparato a tirare pugni ancor prima di camminare.
Sulle orme di suo fratello Pietro, più vecchio di sette anni ed eccellente pugile dilettante prima di abbandonare la boxe per dedicarsi alla conduzione del bar di famiglia, Giulio cominciò a praticare la nuova palestra della "Pugilistica Civitavecchiese" inaugurata nel 1950 e gestita da suo padre.
Proprio in quel periodo, un episodio drammatico (il rinvenimento di un cadavere in mare da parte sua) gli causò un forte trauma psicofisico dovuto all'eccessivo sforzo sostenuto nella successiva fuga in cerca di aiuto. Uno shock che lo costrinse ad una serie di cure mediche che lo obbligarono ad una lunga assenza dalla palestra, nella quale riprese ad allenarsi diverso tempo dopo solo grazie alla sua grande forza di volontà e alla ostinata perseveranza del padre.
Giulio ebbe la fortuna di frequentare un ambiente d'eccezione, dove oltre a suo padre c'era un fitto via vai di personaggi dal passato illustre quali Vittorio Tamagnini, Aldo Tombolelli, Alberto Guainella e la presenza di forti pugili in attività, come Nicola Funari, Mario Crisostomi, Francesco Fratalia.
In lui, oltre alla passione trasmessa geneticamente, si univa una naturale predisposizione alla boxe raffinata ed elegante, segno di una grande padronanza del mestiere.
Giulio aveva una scherma pulita, attentamente studiata e soprattutto redditizia al massimo, fatta di schivate millimetriche e di colpi secchi e precisi.
La sua faccia bonaria, priva dei segni caratteristici del pugile di professione, era sempre preparata al sorriso e il suo carattere propenso al buon umore.
Attivo fin dall'età di quindici anni, il forte pugile civitavecchiese si distinse in una lunga serie di incontri che lo avvicinarono ben presto al suo primo titolo italiano dei dilettanti nel 1958.
Quello fu solo il prologo, un assaggio della sequela quasi ininterrotta di successi che nei primi anni sessanta fecero di lui il dominatore della scena nazionale ed internazionale dilettantistica nella categoria dei medio-massimi.
Da quell'anno, Giulio Saraudi si accaparrò tutto quello che c'era da vincere, un successo dietro l'altro fino al 1965, quando passò professionista.
Dopo il primo, il secondo titolo italiano l'anno seguente, poi la medaglia d'oro al torneo internazionale militare e il bronzo agli europei di Lucerna.
Per il pugile civitavecchiese il 1959 si chiuse con prospettive piuttosto buone in vista delle imminenti Olimpiadi.
Il 1960 fu un anno memorabile per lo sport italiano: dal 25 agosto all'11 settembre si svolsero a Roma le Olimpiadi, il primo grande evento organizzato nel nostro paese dopo il disastro dell'ultima guerra.
La ricostruzione era in piena attività e l'Italia aveva bisogno di dimostrare al mondo intero le sue potenzialità e la sua affidabilità in tutti i campi, compreso quello organizzativo.
Fu un successo senza precedenti, una grandiosa manifestazione che accese i riflettori sul nostro paese, e sulla più bella città del mondo, per due settimane indimenticabili di sport.
Ad accendere la fiaccola olimpica e dare l'avvio ai giochi fu un atleta civitavecchiese di diciannove anni, Giancarlo Peris, vincitore, in quello stesso anno, dei campionati studenteschi di corsa campestre.
Giulio Saraudi fu convocato a quelle Olimpiadi dopo aver vinto di nuovo il torneo internazionale militare. Fu uno dei dieci meravigliosi atleti chiamati a rappresentare i colori azzurri nel pugilato.
Agli ottavi di finale superò nettamente il pakistano Safdar e ai quarti l'argentino Gargiulo, ottenendo, così, la qualificazione in semifinale dove incontrò il polacco Zbigniew Pietrzykowski, atleta fenomenale già sei volte campione nazionale, bronzo alle Olimpiadi di Melbourne e vincitore di tre edizioni consecutive dei campionati europei in tre differenti categorie di peso.
Nell'altra semifinale dei medio-massimi si affrontarono il trentenne australiano Anthony Madigan e un atleta americano di appena diciotto anni, già vincitore dei Golden Gloves e destinato a diventare, se non il più grande, senz'altro il più famoso pugile del mondo: Cassius Clay.
Saraudi, purtroppo, in quella gara non brillò per bravura e fu superato dal polacco che si guadagnò la finale con un verdetto piuttosto chiaro.
Madigan, invece, davanti alla già chiara classe di Clay, si difese con un'energia tale che alla fine fu si sconfitto, ma con l'onore, per lui, di un prolungato applauso da parte del pubblico che fischiò anche a lungo il suo disappunto nei confronti dei giudici, autori di un verdetto ritenuto forse un po' troppo a favore dell'americano.
La medaglia d'oro alla fine fu conquistata da Cassius Clay dopo un bel match con un indomito Pietrzykowski, mentre Saraudi dovette accontentarsi di quella di bronzo, alla pari con Madigan.
 
 
Il 1961 fu l'anno d'oro per il civitavecchiese: si aggiudicò ancora un campionato italiano, poi il torneo internazionale militare ed infine il gradino più alto del podio agli europei di Belgrado, dove in finale si prese la rivincita sul rumeno Gheorghe Negrea, il pugile che lo aveva battuto a Lucerna due anni prima.
Nel 1962 un'altro titolo italiano, il quarto, a dimostrazione di una schiacciante supremazia nei medio-massimi, poi un riconoscimento meritatissimo, un premio come miglior pugile dell'anno.
Giulio Saraudi chiuse la sua carriera dilettantistica dopo aver conquistato altri due titoli italiani, nel 1963 e 1964.
Passato professionista, il forte medio-massimo civitavecchiese non ottenne gli stessi risultati fino ad allora conquistati tra i "puri". Quattordici incontri in tre anni di carriera, nove vittorie, una sconfitta e tre pareggi: questo lo scarno record di Giulio Saraudi.
Sei titoli italiani, tre internazionali militari, un europeo e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi: questa, invece, la fantastica marcia trionfale di uno dei migliori pugili dilettanti italiani di sempre.
Il 19 aprile 2005, Giulio Saraudi si spense a Civitavecchia all'età di sessantasette anni, dopo una lunga malattia.