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Carmelo Bossi diventa campione del mondodi Alfredo Bruno Il 9 luglio 1970 allo Stadio Sada di Monza i cancelli non ressero l’urto di un numeroso gruppo che voleva entrare per assistere al match mondiale tra Carmelo Bossi e Fred Little, il campione dei superwelter. Tra quelli entrati con la forza e quelli paganti forse si arrivava a circa 12mila presenze. Per certi versi un mondiale inatteso, anche perché il milanese veniva da una sconfitta europea con Orsolics, sia pure ingiusta, nei welter. Poi in qualche maniera l’abilità di Rodolfo Sabbatini, grande organizzatore, fece leva sul campione mondiale dei superwelter per una difesa volontaria, apparentemente facile per l’americano, che aveva già incontrato e battuto per ferita il nostro pugile. Un match dal pronostico scontato, ma pur sempre un mondiale, con un pugile che Milano e dintorni seguiva con attenzione, sapendo che "Melo" era l’uomo delle imprese impossibili. Era già capitato alle Olimpiadi di Roma, con una medaglia d’argento ottenuta contro tutto e tutti. Little era un avversario difficile e lo aveva dimostrato sia contro Bossi che contro Sandro Mazzinghi. C’era solo un appiglio, il modo di combattere del campione era un po’ simile a quello di Bossi, magari con più potenza e più cattiveria. Il pubblico man mano che le riprese scorrevano cominciava a sperare. La lotta si svolgeva nello spazio di un fazzoletto, dove i due facevano partire pennellate di arte da posizioni scomodissime. Dopo 13 riprese il vantaggio sia pure leggero sembrava essere dalla parte del campione. Il nostro pugile teneva bene l’andatura e in alcuni momenti il volto imperturbabile dell’americano denotava un certo fastidio, il match per lui era molto più difficile del previsto e il Bossi di Monza era molto diverso dal precedente affrontato a Roma senza titolo in palio. La sorpresa avvenne nel penultimo round quando il milanese trovò incredibili risorse per costringere ad un’affannosa difesa l’avversario, che finì pure al tappeto ma senza essere contato. Incredibile ma gli ultimi 3minuti vedevano un Bossi più fresco. Il punteggio dell’arbitro e giudice unico Rolan Dakin fu di 73 a 69, un po’ casalingo, ma Carmelo Bossi meritava il mondiale a prescindere. Il suo nome per i superwelter si aggiungeva a quelli di Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi, anticipando Rocky Mattioli e Gianfranco Rosi. |
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