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Gli toglie la cintura nazionale superwelterFerrara, 27.09.2013 – Marcello Matano è pervenuto al primo successo importante della sua giovane carriera togliendo la cintura italiana dei medi jr a Francesco Di Fiore, dopo 10 intense riprese, che gli hanno regalato un ampio successo scandito da tre pressoché equanimi giudizi finali. Questi i cartellini della vittoria: 98-92, 97-93 e 97-94. ![]() Di Fiore, pratese di origine napoletana, ha chiuso il suo secondo regno italiano riportando la sconfitta numero 9 a fronte di 15 vittorie (5 anzitempo) e 2 risultati di parità. Il confronto tra Di Fiore, kg 69.900 e Matano, kg 69.400, inizia in surplace, per usare un termine ciclistico, con i due attori calati nella parte di chi deve studiare l’avversario. I due si conoscono bene per aver fatto diverse sedute di guanti e non vogliono scoprire le carte per evitare passi falsi. Dopo la prima fase di convenevoli tattici lo sfidante espone le sue intenzioni con timidi attacchi. Il campione arretra usando il sinistro lungo di disturbo. Di Fiore, 36 anni in ottobre, continua con la tattica del sinistro di sbarramento anche nella seconda ripresa. Matano punta al tronco con il sinistro lungo per poi passare al capo con gancio larghi a due mani. Il campione si muove sul tronco per accompagnare i colpi avversari. Il ferrarese mette a segno diverse serie veloci ma inefficaci. Di Fiore tenta la replica ma va a vuoto. Nel terzo round Di Fiore si porta al centro del ring e parte deciso all’attacco. Mantiene la guardia alta e scaglia colpi lunghi, mirati al capo. Matano accentua il movimento sulle gambe. Si sposta lateralmente, a destra e sinistra, per confondere le idee all’avversario e scaglia colpi larghi volanti. Di Fiore continua il suo fraseggio aggressivo nel quarto tempo con Matano che appare confuso in fase difensiva ma non demorde e cerca di rispondere agli attacchi. Il campione usa bene anche il montante destro che centra il mento del più basso avversario. I suoi uno-due dritti al viso centrano spesso Matano che continua a muoversi sulle gambe, entrando ed uscendo dall’area calda del confronto, usando anche la mani seppure con imprecisione. Il ferrarese vuole colpire ed allontanarsi subito dal fuoco incrociato del pratese per poi ripartire all’attacco e reiterare la tattica del colpire ed arretrare. Il colpo più usato da Matano è il gancio destro, che giunge aperto sulla parte alta dell’avversario. Di Fiore insiste con colpi solidi, fatti di diretti a due mani alternati con pochi ganci al capo. ![]() Marcello Matano portato in trionfo dai suoi secodi e sostenitori / foto di Marco Chiesa Anche nella quinta ripresa Matanto insiste nella tattica fondata sul movimento rapido di gambe e braccia. Impegna Di Fiore, sotto l’aspetto fisico che deve muoversi costantemente dinanzi alla sua rapidità. Il campione insiste nel suo incedere in avanti con colpi lunghi portati per linee interne. Il sesto round inizia e si chiude con la stessa intensità. Nessuno dei due pugili vuole mollare la presa. Di Fiore è intento a braccare l’avversario. Matano continua il suo “moto perpetuo” interpretato per esaltare la sua azione. Quando il ferrarese si ferma sulle gambe il confronto s’infiamma a corta distanza. Gli scambi ravvicinati aumentano con il passare dei secondi. La musica non cambia nella settima frazione. Matano scatta in avanti ed all’indietro mulinando le braccia. Di Fiore avanza e colpisce con precisione. Questi si avvantaggia quando porta l’avversario alle corde ed appare indeciso quando rimane al centro del quadrato. In questi frangenti l’arabesco movimento del pugile locale viene sottolineato da fragorosi applausi del pubblico presente nel palazzetto dello sport. I toni non si attenuano neanche nell’ottava frazione, caratterizzata da scambi furiosi a corta distanza. I due sono convinti di poter avere la meglio sull’altro e moltiplicano le energie residue per contrastare e sedare l’avversario. La nona ripresa inizia all’insegna dell’acredine sportiva più accentuata. Gli attacchi incrociati continuano accaniti. Di Fiore conosce solo il senso unico in avanti e induce l’avversario ad arretrare. Poi si riparte dalla corta distanza per infiammare il confronto ed i due strenui contendenti non si risparmiano per raggiungere la meta da vittoriosi. Nel decimo ed ultimo round Matano trama una ragnatela di colpi nell’arretrare sotto l’incalzare incessante dell’avversario. Di Fiore continua a sopravanzare con valanghe di colpi dinanzi ad un funambolo oppositore che replica veloce e si sposta. L’ultimo gong, quello di chiusura, porta di due avversari ad abbracciarsi platealmente. Alla fine i tre giudici devono consacrare il loro convincimento e consegnano, convinti della preferenza espressa con il cartellino, la palma del miglior a Matano, gongolante e fiero di indossare la meritata cintura di campione italiano dei pesi superwelter che gli consegna il supervisore Adrio Zannoni. Il match tricolore è stato preceduto, oltre che da confronti tra dilettanti, da due combattimenti professionistici. Il campano Riccardo Mellone, kg 67.500, ha debuttato a torso nudo pareggiando sulla distanza delle 6 riprese con il piemontese Marco Francia Germani, kg 66. Il toscano Giacomo Mazzoni, kg 66.600, ha superato con verdetto ai punti in 6 tempi il veneto Lorenzo Zaniboni, kg 67.200. Primiano Michele Schiavone ![]() |
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