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L’addio di Ken Norton, il Mandingo che fratturò la mascella di Alidi Giuliano Orlando Ciao Mandingo, l’ultimo volo ti sia leggero e non ti faccia perdere quel sorriso un po’ beffardo, che tanto piaceva alle donne. Kenneth Howard, meglio noto come Ken Norton, ci ha detto addio. Aveva compiuto 70 anni, da un mese, ma la salute aveva iniziato a tradirlo da diverse stagioni. Ricoverato a Las Vegas, un ictus e non era il primo, gli è stato fatale. ![]() ![]() La cura ottiene buoni effetti, considerato che ottiene una striscia di 13 vittorie, trampolino di lancio per affrontare Muhammad Ali per la cintura NABF, che equivale al titolo del Nord America. Il match si disputa a S. Diego il 31 marzo 1973 e il marine che il pubblico femminile ama parecchio, la spunta di stretta misura, contro uno stoico Alì che combatte per oltre sette dei dodici round con la mascella rotta. La vittoria lo lancia nell’olimpo dei grandi e gli apre anche le porte del cinema. Fino ad interpretare il personaggio di Mandingo e girare una ventina di film. Lo aiuta il fisico e la disponibilità, senza atteggiarsi da divo. Con Alì disputa altre due battaglie, perdute col minimo scarto. Forse la seconda, sempre nel ’73, fu bugiarda. Pochi gli avversari più bravi, solo Foreman e Shavers due giganti dal pugno tremendo, lo costringono alla resa in poche battute. ![]() Di fronte a Larry Holmes disputa un confronto entusiasmante e il campione la spunta per split decision. Siamo nel 1975, è l’ultimo tentativo per riprendere il mondiale, che il WBC gli aveva assegnato a tavolino l’anno prima. Il motivo: Alì si rifiuta di battersi per la quarta volta contro il marine e sceglie Spinks che a sorpresa, lo batte e la sigla di Suleiman lo fa decadere. Tramutando la semifinale contro l’ostico e sgusciante Jimmy Young, abilissimo nella scherma, in sfida mondiale, vinta da Norton. Un titolo meritato. Nel 1979 inizia la fase discendente, pari con Scott LeDoux e sconfitta contro Shavers. L’anno dopo fatica a battere Randall Cobb, meteora durata il tempo di poche stagioni, mentre nell’81, in meno di un minuto finisce ko contro l’emergente e furioso Gerry Cooney, un bianco di 25 anni, sgraziato e dalla boxe violenta, che festeggia la 25° vittoria senza macchia. L’anno dopo Cooney proverà a conquistare il mondiale contro Holmes. Un match di grande cuore, ma la boxe precisa, chirurgica di Larry è troppo superiore e deve arrendersi alla 13° ripresa. Gerry considerato la speranza bianca, ha una storia emblematica. Il padre irlandese, è un violento, spesso rientra a casa ubriaco, distribuendo botte a moglie e figli. Il giovane cresce, fino a sfiorare i 2 metri e trova nella boxe il rifugio per uscire dal ghetto. Lo scopre Giovanni Capobianco, un italiano che allena anche gli irlandesi a Huntington. Ottimo dilettante, vince diversi Golden Gloves, Nei professionisti è un tornado. Prima di Norton batte sbrigativamente Young e Lyle. In carriera solo tre sconfitte (Holmes, M. Spinks e Foreman) tutte per ko. ![]() Nell’autunno del 1986, un frontale con un’altra auto, fa temere per la sua vita. Lo estraggono fuori dalla vettura in condizioni disperate. Commozione cerebrale, il viso irriconoscibile per le numerose fratture, le gambe incastrare fanno temere il peggio. Lo operano d’urgenza, ma la diagnosi è crudele: lo attende la sedia a rotelle. Ma non sempre i medici hanno ragione. Ken ha la forza di reagire e dopo un anno torna a camminare in modo autonomo. Altri anni buoni, ancora invitato alle grandi riunioni e sempre quel sorriso accattivante. Nel 2009 Jacksonville la sua città natale gli dedica una statua. Nel 2011 il primo ictus, altre crisi e la notte di mercoledì 18 settembre, il colpo del ko. Quello che non perdona. Giuliano Orlando ![]() |
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