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I Falchi campioni della Talent LeagueBattuti gli Squali Borboni 10-6Grande agonismo. Qualche sorpresa.di Giuliano Orlando Non capita spesso di usufruire di oltre tre ore di pugilato dilettantistico su RaiSport. L’occasione sabato sera in occasione della finale della Talent League of Boxing che l’emittente ha indicato come Trofeo delle Regioni. Si è trattato di un torneo nazionale che per la prima volta ha coinvolto tutte le regioni e visto all’opera sia pure sporadicamente, in quanto svoltosi in concomitanza con gli impegni della nazionale e altre manifestazioni importanti come il Guanto d’Oro, i campionati universitari e altro, i migliori pugili. L’ideatore, l’abbiamo ripetuto più volte è stato Roberto Cammarelle col supporto federale. Manifestazione indubbiamente interessante, e l’aver superato la prova d’esordio può risultare una buona partenza. Non è facile coinvolgere tutti i Comitati Regionali, ognuno dei quali ha interessi specifici e spesso le provincie non condividono la politica centrale. Merito non da poco aver legato il tutto, mettendo assieme 9 team, divisi in tre gironi, impegnati sul ring oltre 200 atleti in rappresentanza di circa 150 società e tutti i gruppi militari (FFOO, Esercito, Forestale e Fiamme Azzurre), allestito ben 23 riunioni dalle qualificazioni alla finale con un bilancio finale di 184 incontri, un grande impegno realizzato. La serata conclusiva al PalaTiziano di Roma può considerarsi un successo e il trionfo dei Falchi Legionari sugli Squali Borboni (10-6) che sulla carta sembravano i favoriti, rappresenta la sorpresa, sia pure relativa del torneo. La franchigia preparata da Zonfrillo e Moretto ha scelto bene e ha avuto un pizzico di fortuna, necessaria per compiere l’impresa. Il team dei campani, che ha messo sul ring diverse riserve, ha avuto la sfortuna della ferita di Cosenza nei leggeri, fermato al primo round per ferita, con un 2-1 discutibile a favore di Nocera e la prestazione deludente di Picardi nei superleggeri contro il più lineare Ambrosi, in un match dove l’arbitro ha sbagliato parecchio,anche se alla fine ha vinto Ambrosi, il migliore. Le tre vittorie degli ospiti portano i nomi di D’Andrea (56) su Forte, dove il miglior tasso tecnico del calabrese ha prevalso, anche se il pluricampione italiano dei 52 kg. deve forzare tutti i temi, contro rivali ai quali concede vantaggi di peso. Il resto ha premiato i Falchi Legionari. Dopo Nocera e Ambrosi, altri tre sono risultati vincitori. Nei welter il più concreto Zaccagno ha tenuto sotto pressione il giovane Scannapieco, che ha dimostrato meno resistenza del previsto, pagando il salto di categoria, dagli youth ai senior. Una ferita ha risolto la questione, ma il romano era in vantaggio netto. Importanti le vittorie dei massimi e +91, in quanto sia Barsotti che Carbotti con caratteristiche diverse, sono realtà nelle loro categorie. Il primo è costruito splendidamente, anche se la maturità è arrivata tardi (29 anni), come l’attività volta, decisamente ridotta. Ottimo allungo, potenza e resistenza che il giovane Norvetta (19 anni) ha subìto fin dall’avvio del match, arrendendosi al secondo round. Chi ha impressionato è stato Mirko Carbotti, il ragazzo di Casalbruciato, 22 anni, capacità organiche notevoli, potenza naturale che al momento sfrutta al 50%, portando ganci larghi più che colpi diretti, sufficienti a mettere in difficoltà il non certo ultimo arrivato qual è Tommaso Rossano, che vanta un record decisamente migliore, campione universitario e vincitore al Guanto d’Oro. Il casertano che lo scorso anno aveva superato il romano, stavolta è stato eroico a reggere fino al termine, sovrastato da un rivale cresciuto notevolmente sul piano atletico. Se imparerà a sfruttare le linee interne dei colpi e muovere il tronco, avremo un gigante da tenere in considerazione e una valida alternativa al campione italiano Vianello. Da rivedere Rossano, tecnicamente migliore, ma poco potente che nei +91 è un handicap notevole. Nel complesso ha prevalso l’agonismo sulla tecnica, per cui nessun confronto ha offerto quei preziosismi che tanto piacciono a Nino Benvenuti, voce tecnica su RaiSport, che ha fatto notare al c.t. Lello Bergamasco questa situazione. A sua volta il tecnico ha spiegato come l’innovazione storica di aver tolto il casco e il proposito dichiarato dell’AIBA di orientarsi verso una filosofia di gara più vicina al professionismo, la strada dell’APB, è la causa principale della trasformazione. Hanno ragione entrambi, anche se resta il fatto che specie nei tornei il furore agonistico è sempre prevalente a meno di essere talenti assoluti. Merce piuttosto rara da scoprire. Tre ore di trasmissione in tv non sono poche e trovare come coprire i vuoti è impresa non facile. Cammarelle ha avuto il giusto spazio e così il presidente Alberto Brasca, che hanno assolto al ruolo nel modo giusto. Altri un po’ meno, ma questo fa parte del gioco. Per la cronaca l’AIBA da diversi anni ha cancellato i superwelter, per cui i 69 kg. sono welter, come non esistono più i pesi piuma, si passa dai gallo (56) ai leggeri (60). Ci auguriamo il proseguimento della manifestazione, pur con qualche ritocco necessario a partire dalle norme sugli ingaggi e sulla presenza dei nazionali e anche dei militari che ruotano in azzurro. Inoltre i presidenti regionali debbono essere i responsabili amministrativi cercando di ottenere il massimo e insistere per la presenza di un’emittente televisiva. La parte tecnica va data ai maestri che conoscono bene la situazione delle palestre e dei pugili. Occorre una collaborazione intensa dei gym, per evitare defezioni all’ultimo momento. A quel punto sarà fatto un passo avanti decisivo per il salto di qualità. Giuliano Orlando ![]() |
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