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BRANCO-FRAGOMENI, SI PROFILA LA TRILOGIA

 

Conferenza stampa a Roma: non è escluso un terzo match Branco-Fragomeni

di Alfredo Bruno

ROMA, 27 dicembre 2012 – In una sala del centralissimo La Griffe Luxury Hotel si svolge quasi a sorpresa con pochi giorni di preavviso una Conferenza Stampa indetta da Silvio Branco, ex campione del mondo e recentemente sconfitto di misura, con non poche polemiche soprattutto per quello che è avvenuto a fine match, da Giacobbe Fragomeni. E’ ancora viva tra i presenti di Riva del Garda e tra quelli che hanno visto su Sport Italia la confusione avvenuta sul ring a fine match, confusione, escludendo il breve parapiglia iniziale, abbastanza composta e compatta. Il verdetto, stilato e omologato, non è stato dato come norma prudenziale di ordine pubblico; nel frattempo, presa visione delle relazioni del Commissario di Riunione e del supervisore WBC, ci sarà un’indagine della Federazione in attesa che gli Organi di Giustizia facciano il loro corso.
Il tavolo dei relatori, per certi versi essenziali, è composto da Alessandra Branco, la giovane figlia di Silvio che si sta affacciando con discreto successo nel mondo organizzativo, da Silvio Branco e da Francesca Maruccio, nella vita compagna del campione ma anche Avvocato affermato.
 
Silvio Branco durante il suo intervento alla stampa, tra la figlia Alessandra e la compagna della vita Francesca Maruccio  /  foto di Renata Romagnoli
 
Il discorso introduttivo del pugile è scarno, ma si va subito al sodo: “Abbiamo preso visione del filmato dell’incontro e sinceramente non si capisce come i giudici mi abbiano dato la sconfitta. A questo unisco il match di marzo in cui mi fu assegnato il pari e a detta di tutti avevo vinto. Questo mi dispiace perché sono stato male amministrato a livello manageriale e non so chi abbia scelto arbitro e giudici (gli stessi di marzo). Laddove c’è stata la sconfitta l’ho sempre accettata, laddove ho subito una sconfitta non meritata ho fatto ricorso”.
 
Salvatore Cherchi mentre espone le sue osservazioni  /  foto di Renata Romagnoli
 
Tra i presenti c’è anche Salvatore Cherchi, che logicamente si sente chiamato in causa. L’organizzatore elenca i successi raggiunti dal pugile (e sono tanti in una lunga e ineguagliabile carriera) e le opportunità, con la sua gestione, avute a livello mondiale ed europeo: “ Se tu pensi minimamente che io abbia agevolato Fragomeni, ti sbagli. Non ci sono situazioni di figli e figliastri. Io parlo con te come parlo con lui. Per quanto riguarda arbitri e giudici non sono io che scelgo e decido. C’è qui Mauro Betti che può dire la sua. Per quello che mi riguarda non ci sono arbitri di Roma, Napoli, Milano, Parma, la giuria va rispettata. L’altra volta il 70% degli appassionati aveva visto un punto a tuo favore e sono il primo a dirlo. Io l’ultimo match non l’ho potuto seguire come il precedente e sono arrivato sul ring in ritardo. Nel primo match anche per me avevi vinto tu e a livello umano è stato giusto organizzare la rivincita. In un certo senso una volta hai vinto tu e una volta Fragomeni”.

Francesca Maruccio nel suo intervento / foto di Renata Romagnoli

Francesca Maruccio, abituata nelle Aule di Tribunale, non si fa pregare per prendere la parola: “ L’aver usato la parola manageriale non significa averti chiamato in causa. Il fatto che hai dato delle opportunità a Silvio nessuno lo nega e nessuno nega che hai fatto bene, ma è altrettanto vero che Silvio ne ha date altrettante a te. Se tu sei stato la bella cornice intorno a un quadro è altrettanto vero che il quadro è di valore e bello. Quando Silvio diceva manageriale non si riferiva a te, ma al fatto di non essere stato tutelato dai massimi vertici come avrebbe dovuto essere la manifestazione di una sigla importante come la WBC. Non si parla assolutamente di malafede, ma rivedendo lo svolgimento delle ultime due riprese qualcuno può ammettere di avere sbagliato, anche perché siamo essere umani e può succedere. Il 17 marzo lui ha combattuto contro Fragomeni, validissimo pugile come lo è mio marito, e nessuno ha detto che non va bene il pari, e sappiamo tutti che c’era un vantaggio per Silvio. Non sono i due punti di vantaggio che va a rovinare l’immagine. Ma qui si tratta di un pari e di una sconfitta e la cosa mi sembra eccessiva. Si fanno milioni di conferenze per giustificare al rallenty un dribbling, il gol, l’autogol, perché non possiamo farlo nel pugilato? Qui si sta parlando del punteggio parziale e poi del verdetto finale”.
Mauro Betti, nella sua qualità di Segretario Internazionale della WBC, è spesso in contatto con il Presidente Sulaiman che è a conoscenza di questa conferenza e invia i suoi saluti al pugile civitavecchiese: “Una cosa, noi della WBC, teniamo a sottolineare: chi ne esce rafforzato da questo match, al di là delle giustificate motivazioni di Silvio, sono i due contendenti. Avete dato lustro alla WBC e io mi sono sentito onorato di avervi fatto da supervisore. Per quanto riguarda la neutralità della giuria io ci metto la mano sul fuoco. Che poi possiamo riandare a vedere ripresa per ripresa per un’analisi approfondita e trovare il punto di differenza è un altro discorso. Nel tuo primo match, senza timore di essere smentito, probabilmente uno o due punti in meno sono stati riportati sui cartellini. Io vorrei che tu fossi convinto che anche in quella occasione noi non ti abbiamo abbandonato e lo dimostra il fatto di aver dato l’opportunità per il secondo match. E’ ovvio che il discorso della rivincita accordata non è stato un discorso semplice perché come siete voi n. 1 e n. 2 in lista d’attesa ce ne sono altri bravi come voi. Quindi è un discorso che in WBC si esaminerà nella sede opportuna e non si esclude un eventuale terzo match. Ma al di là di tutto questo quello che io voglio sottolineare è che un verdetto può sempre essere contestato. Vorrei essere il più obiettivo possibile. Anche perché io sono qui, prima di tutto, a tutela e difesa dell’integrità etico-morale degli arbitri e giudici e su questo metto la mano sul fuoco. Ogni verdetto è contestabile e si può impugnare; ma è altrettanto vero che vista la vostra bravura ed esperienza si viaggia sempre nell’ordine di un punto o due, e difficilmente si andrà oltre. Nella mia relazione ho parlato della vostra grande statura sportiva prima, durante e dopo il match”.
La domanda sorge spontanea: come si comporterà la WBC?
E’ sempre Betti a rispondere: “Io ho fatto la relazione esprimendo il mio parere su tutta la manifestazione e chiaramente anche sui fatti finali, esprimendo il parere su un match molto equilibrato e che i giudici hanno deciso in tal senso. Se c’è una contestazione ufficiale bisogna vedere le motivazioni. Intanto il verdetto viene omologato nel momento in cui non ci sia un eclatante errore tecnico. Nel caso di questo match seguendo il discorso di Sivio ci può essere solo un errore di valutazione nello stilare il verdetto. Ci troviamo nella soggettività di un giudizio, ma non c’è un errore tecnico”.
Tra i presenti c’è anche Massimo Barrovecchio, arbitro del primo match, e nella giuria per il secondo match: “Chiaramente mi sento chiamato in causa. Mi dispiace di sentir parlare di malafede, preferisco essere tacciato di incapacità. Io sono un arbitro laziale, di Roma, e forse qualcuno si aspettava che io fossi di parte. Io Silvio l’ho visto combattere 30 anni fa, certamente se fossi stato di parte avrei parteggiato, ma la mia etica personale non mi consente questo. Noi stiamo parlando molto del punto dato all’11ma ripresa, però il verdetto è stilato sui 12 rounds. Voi avete visto chiaramente che io a differenza degli altri due giudici ho dato la quarta ripresa a Silvio. Fragomeni potrebbe chiedermi il perché io ho dato la ripresa a Branco, mentre gli altri l’hanno data a Fragomeni. Se andiamo a vedere l’11ma ripresa io ho visto da parte di Silvio solo colpi di sbarramento e di contenimento. C’erano poi riprese molto contrastate e logicamente chi le ha segnate in un modo e chi in un altro. Per quanto riguarda la tua prestazione direi che nel primo match è stata decisamente migliore rispetto alla seconda”.
Mario Massai, tecnico di Branco, non è d’accordo: “ Abbiamo fatta la stessa preparazione. Per quanto riguarda i colpi, abbiamo curato di più l’incisività invece che la quantità. Questo lo abbiamo fatto visto che nel primo match non ci era stata riconosciuta. Tutti sappiamo nella differenza di peso ciò che influisce. Fragomeni con le sue spinte sembra che sa quello che fa. Allora abbiamo pensato di rallentare per mettere a segno qualche colpo più duro di sbarramento. Ha influito il fatto che Fragomeni andava dentro portava colpi che pure non andavano a segno”.
Barrovecchio riprende il filo: “Bisogna anche considerare che la controparte dopo l’esperienza passata abbia preso le sue contromisure, per cui il match è stato molto più equilibrato. Io sono sicuro del mio operato e sono pronto davanti a tutti a rivedere anche solo l’11ma ripresa”.
La conferenza passa da una sorta di “resa dei conti” ad uno scambio di opinioni. Tra i presenti c’è anche Gianluca Branco, tesserato con la Federazione Spagnola, che ha letto su un sito di essere inquisito dalla Federazione, sia pure a scopo precauzionale, ma dichiarando di non avere alcuna colpa su quello che è avvenuto, anzi chiede delucidazioni perché il verdetto non è stato dichiarato in televisione. Non si fa attendere la risposta di Mauro Betti: “Io ho svolto la prassi normale come supervisore. Ho omologato il risultato e l’ho consegnato ad Alessandro Duran perché il verdetto fosse letto in televisione. La cosa non è avvenuta per questioni di ordine pubblico. Io tengo a precisare di non aver subito alcuna minaccia e lo stesso dicasi per l’arbitro e i giudici”.
C’è una conclusione a questa interessante conferenza e l’ultima parola spetta a Cherchi, che dovrà sentire anche Giacobbe Fragomeni, per un eventuale terzo match tra i due. Logicamente verrà inviato un incartamento alla WBC che dovrà vagliare tale richiesta: “Mi dispiace – interrompe Cherchi- che si sta a sindacare per un punto o per una ripresa. Abbiamo visto due match straordinari tra due grandi campioni. Io guardo le 24 riprese e per me è un pari. Mi adopererò per far disputare un terzo match”.

La conferenza corposa si conclude dopo un’ora e mezza di fronte alle maggiori testate giornalistiche e ha ragione Francesca Maruccio quando afferma: “Indubbiamente è stata una conferenza importante che dà modo di parlare ancora una volta di pugilato. Si cresce anche così con una contrapposizione civile tra le parti”.

 

 

 

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