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La vita del campione di boxe in un librodi Giuliano Orlando Libri di Sport – Il riscatto con i guantoni. Una vita da buttare, recuperata passando dal sacrifico per arrivare alla boxe. Campione d’Europa e del mondo, ancora in attività a 44 anni. Fino all’ultimo round – Giacobbe Fragomeni, Valerio Esposti – Limina – Pag.210 – Euro 16. I prodromi c’erano tutti. Per buttare via la propria esistenza, prima ancora di poterla svolgere e anche capire. Il tunnel lo aveva imboccato prestissimo, praticamente dalla nascita; infanzia non solo povera, ma disperata col padre esempio peggiore, la perdita di una sorella per Aids, quindi la discesa verso il dirupo della droga, del disfacimento fisico e mentale. A 21 anni, un semaforo verde si accende per Giacobbe Fragomeni. Si chiama Palestra Doria, il gym milanese dove dal dopoguerra si insegna pugilato e il maestro è Ottavio Tazzi, uno di quei meneghini cresciuti all’università della strada, ma che fa i controbaffi ai laureati ufficiali. Non è solo il maestro, ma l’amico e il consigliere. Per Giacobbe è il papà che gli è sempre mancato. In quella sala, sono passati i più grandi campioni del ring, non solo italiani. “Ci andai perché ero grasso da schifo. Quel mondo mi salvò”. La sua nuova storia inizia in quell’anno, il punto fermo di un ragazzo uscito dallo stordimento che non prevede il risveglio. La boxe, sport di battaglia, è stata la sua salvezza, il riscatto che non lo ha fatto più tornare indietro, anche se qualche volta ha dovuto lottare con se stesso per non rotolare indietro. La temuta resa si trasformava in rivincita, che vale doppio. Fragomeni racconta come è diventato campione, scalando l’impossibile. Non aveva il fisico scultoreo, non si poteva definire un talento. Ma in quegli occhi c’era la luce dell’infinita volontà. Nei dilettanti ha vinto il titolo europeo massimi nel 1998 a Minsk in Bielorussia. Per capire l’impresa, l’Italia dei Valentino, Russo e Cammarelle non è ancora riuscita a ripetersi. Di più, è stato campione del mondo tra i professionisti nel 2008 a 39 anni, un miracolo di longevità agonistica fantastico. Ultima chicca, a dicembre riprova a riconquistare lo scettro a 44 primavere. Il libro racconta questo canovaccio degno di un film a tinte forti, una storia incredibile di sudore e volontà, una storia che vale quelle dei grandi campioni americani, anche se il suo Bronx si chiama Stadera e si trova nel Sud di Milano. Per questo il libro è ancora da finire, anche se è tutto da scoprire.Giuliano Orlando ![]() |
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Il tunnel lo aveva imboccato prestissimo, praticamente dalla nascita; infanzia non solo povera, ma disperata col padre esempio peggiore, la perdita di una sorella per Aids, quindi la discesa verso il dirupo della droga, del disfacimento fisico e mentale. A 21 anni, un semaforo verde si accende per Giacobbe Fragomeni. Si chiama Palestra Doria, il gym milanese dove dal dopoguerra si insegna pugilato e il maestro è Ottavio Tazzi, uno di quei meneghini cresciuti all’università della strada, ma che fa i controbaffi ai laureati ufficiali. Non è solo il maestro, ma l’amico e il consigliere. Per Giacobbe è il papà che gli è sempre mancato. In quella sala, sono passati i più grandi campioni del ring, non solo italiani. “Ci andai perché ero grasso da schifo. Quel mondo mi salvò”. La sua nuova storia inizia in quell’anno, il punto fermo di un ragazzo uscito dallo stordimento che non prevede il risveglio. La boxe, sport di battaglia, è stata la sua salvezza, il riscatto che non lo ha fatto più tornare indietro, anche se qualche volta ha dovuto lottare con se stesso per non rotolare indietro. La temuta resa si trasformava in rivincita, che vale doppio. Fragomeni racconta come è diventato campione, scalando l’impossibile. Non aveva il fisico scultoreo, non si poteva definire un talento. Ma in quegli occhi c’era la luce dell’infinita volontà. Nei dilettanti ha vinto il titolo europeo massimi nel 1998 a Minsk in Bielorussia. Per capire l’impresa, l’Italia dei Valentino, Russo e Cammarelle non è ancora riuscita a ripetersi. Di più, è stato campione del mondo tra i professionisti nel 2008 a 39 anni, un miracolo di longevità agonistica fantastico. Ultima chicca, a dicembre riprova a riconquistare lo scettro a 44 primavere. Il libro racconta questo canovaccio degno di un film a tinte forti, una storia incredibile di sudore e volontà, una storia che vale quelle dei grandi campioni americani, anche se il suo Bronx si chiama Stadera e si trova nel Sud di Milano. Per questo il libro è ancora da finire, anche se è tutto da scoprire.
