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Giuseppe Scordo con la boxe nel dnadi Alfredo Bruno Giuseppe Scordo (+ 37, - 14, = 8), 24 anni, è il pugile che tutte le organizzazioni vorrebbero mettere nel programma per il suo modo di combattere a volte scriteriato, ma sempre spettacolare. La sua boxe aggressiva è diventata un marchio indelebile, per cui ogni avversario sa che averlo di fronte è un rischio, ma nello stesso tempo è una garanzia per far capire il proprio valore. Combatte tra i 64 kg., secondo i tecnici la categoria più difficile, dove abbondano i campioni e gente abituata a non mollare mai. Giuseppe, soprannominato “muscoletto”, rende qualche cm in altezza ai suoi avversari, non è un problema perché l’allievo di Vagni e Carice spara bordate micidiali, non facili da digerire. ![]() Il tuo percorso per arrivare alla boxe? “Ho cominciato per caso. Un amico mi chiese di venirlo a vedere in allenamento. Ci sono andato e quando ho visto i pugili sul ring ho sentito subito un’emozione particolare, come se in quel momento la sopra ci fossi io. Quando sono tornato a casa ho detto di voler fare il pugilato. I miei genitori non erano convinti di questa scelta, mentre mio nonno invece l’approvava. Alla fine soprattutto mia madre si lasciò convincere e così andai subito a iscrivermi. Sentivo di aver fatto la cosa giusta, perché il pugilato è una lezione di vita, e non tutti lo capiscono. A me ha fatto crescere come persona, mi ha aperto gli occhi su tante cose. Sono diventato più responsabile nella vita di tutti i giorni”. Dove hai iniziato? “Ho fatto un breve periodo all’Action Boxe di Ostia, poi sono arrivato alla New Boxe, dove mi sono allenato per qualche anno con Emiliano Rotondi. Adesso sto alla Boxe Academy”. Un giorno bello e uno amaro... “Il giorno più bello per me è stato quando ho disputato la finale del Guanto d’ Oro a Marcianise. Il mio avversario era Davide Festosi. Avevo disputato una quarantina di matches, mentre lui ne aveva fatti circa 150. Una differenza di esperienza notevole. Ne è uscito un match entusiasmante, finito con molti applausi per Festosi, il vincitore, ma anche per me. Lui è stato un avversario leale, una brava persona. I veri pugili sono questi, quelli che non si fermano alle prime difficoltà. Io posso fermarmi per vari motivi, ma quando ce l’hai dentro, dopo una sosta riprendi più deciso di prima, perché dentro di te c’è qualcosa che devi fare, devi allenarti, salire sul ring e combattere. Questo è il pugilato”. Hai intenzione di passare professionista? “Il professionismo fa parte di questo mondo e senz’altro fra non molto effettuerò il passaggio. Oltretutto il mio tipo di boxe sembra più adatto al professionismo”. L’avversario che ti ha dato più fastidio? “Mazzali è stato un buon avversario, però ci voglio rifare. Io sono uno testardo. La mia categoria nel Lazio contiene gente valida come Mazzali, Mendizabal, Zingaro, Ambrosi. Gente dura che ti forgia. Chi vince un Torneo con simili elementi può ben dire di avere buone chances agli Assoluti. Sento dentro di me di poter fare quel salto di qualità. Non so quando arriverà, ma prima o poi arriverà”. Hai qualche altro interesse? “A me è sempre piaciuto il mondo della boxe, mi riempie. Ma non mi dispiacerebbe allargare i miei orizzonti, magari andando all’ Università per laurearmi in Scienze Motorie”. Il tuo pugile preferito? “Io fin da piccolo ho fatto il tifo per Mike Tyson. Mi ha affascinato: era forte fisicamente, ma sapeva anche schivare. Col tempo ho apprezzato la boxe dei vari Gamboa, Rigondeaux, la scuola cubana. A Mayweather poi che gli vuoi dire?”. In Italia? “Roberto Cammarelle e Leonard Bundu, bravi tecnicamente, gente con la testa a posto. Grandi personaggi”. Alfredo Bruno ![]() |
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